venerdì 28 dicembre 2007

Jack - La seconda volta

Sbatto gli occhi, incredulo...
guardo verso l'enorme porta di metallo, guardo il corpo di Idakar, steso a terra...
freddo, immobile, di un immobilità che solo il dolce abbraccio della morte può dare, non ha polso... morto...
so che ha fatto qualcosa, so che ha fatto una magia, lo so, lo sentito ho sentito i suoi pensieri, ma non ho potuto fare nulla, pur spendo non so cosa ha fatto, e ora giace steso li per terra...
morto...

guardo Rey, lui è stupito quanto me, forse di più... forse se lo aspettava...
forse sa cosa è successo...
forse c'è ancora speranza, alla fine è anche lui un mago...

Il fischio dei freni di un auto che si ferma davanti alla nostra casa distoglie la mia attenzione,
Rey: "eccoli... sono in anticipo... troppo e non abbiamo risposte, nessuna da potergli dare..."

Toc Toc... qualcuno bussa, la porta si apre ed entra un uomo, chi è?
E' lui al quale dobbiamo risposte?
E' lui la persona che spaventa così tutti noi?
E' lui che ha fatto si che i lupi ci abbandonassero?
Lui è da temere più di chiunque altro?

parla con Rey: "ora è giunto il momento che mi dici perche quei tre non si vedono nelle foto!"
una sola frase, quasi un sussurro...
fa gelare il sangue...
E' stanco di porre ancora questa domanda, stanco di non aver avuto ancora una risposta, stanco delle risposte vaghe di Rey, troppo stanco per i sui gusti.
Rey inizia a parlare.
Theodore aspetta e ascolta...
ma non sente quello che vorrebbe sentire,
non sente una risposta alla sua domanda...
e Theodore non è abituato ad aspettare, tanto più gente come noi...
Si percepisce la tensione che sale, come un vulcano che sta per esplodere...

"Vi consiglio di soppesare bene le vostre parole, potrebbero essere le ultime che dite"

Tento di parlare " non sono umani... non sono comuni... sono dei "muta forma"... sono dei lupi" Rey mi interrompe, odio quando fa così ma lo lascio fare, spero abbia il buon senso di dire tutto.

Theodore ascolta...
ascolta ancora scuse...
ascolta ancora quello che non vuole sentire...
...sbagliato...

la sua pazienza è finita, e... e attorno a lui tutto inizia ad invecchiare!
Tutto è più vecchio di 10 anni
Tutto!
Anche noi.
"ecco cosa sa fare Theodore, ecco perchè era così tanto da temere"...

in un attimo 10 anni della mia esistenza svaniscono, 10 preziosi anni mi vengono tolti, 10 preziosissimi anni, Mi risuonano in mente le parole, quelle maledette parole.

Io ti dono 11 anni della mia eterna esistenza trascorsi i quali tornerai da me, ma dovrai portarmi un oggetto, se lo farai te ne donerò altri 50, se no resterai qui per sempre.

Sento le forze che mi abbandonano...
Sento che tutto intorno a me diventa scuro.
Sento la temperatura che inizia ad aumentare, proprio come quella volta nel vicolo, o nel bar, o per strada.
Sento... no ormai non seno più nulla, non ho più le forze per sentire e il dolce abbraccio mi avvolge ancora, per la seconda volta.

Scritto da Jey86

Separazione

Brian porta Rey dentro la casa e lo fa stendere sul divano.
Al tavolo della cucina gli altri due abitanti della casa attendono.
Assieme a loro, giunti poco prima di Rey, sono seduti anche Idekar a Jack.
Questi ultimi due sono arrivati attratti da quel luogo da una forza invisibile, come se il loro destino li chiamasse li, in quella casa.
Rey racconta ai cinque della decisione di Theodore.
Nella stanza cala il silenzio.
Brian parla per primo.
"Scappiamo, avete un luogo dove nascondervi voi tre? Noi potremmo rifugiarci sulle montagne e..."
Stephen lo interrompe.
"Avete visto le foto del satellite? Ci possono trovare dovunque! NO ci vuole qualcosa di più sicuro."
Nella mente di Brian appare vivida l'immagine della misteriosa porta di metallo.
E se fosse un modo per fuggire
"Quale porta di metallo?" chiede Jack
"Come fai a saperlo?"
Brian è stupito, Jack gli ha letto i pensieri?
"Una porta di metallo, nascosta dietro un armadio. Potrebbe essere una via di fuga, potremmo nascondeci li dentro."
La proposta di Brian è sensata.
Ma se la porta non fosse la soluzione giusta?
Se fosse solo un modo per infilarsi in trappola?
"Posso sapere se è una buona decisione - sentenzia Idekar - con la magia."
La magia?
Brian è confuso.
Quel piccoletto pelato sa usare la magia?
"Fallo allora."
Idekar si avvicina alla porta di metallo.
La sfiora.
La porta è imponente.
Alta due metri e larga uno e mezzo.
Lo spessore è senz'altro importante, la porta non risuona se colpita.
Idekar si concentra, lascia che le energie magiche gli fluiscano dalla mano e colpiscano la porta.
"Si, funziona" sussurra soddisfatto.
Dalla porta invisibili fili d'argento strisciano verso Toumas e Jack.
Idekar sente il suono del destino in quei fili d'argento.
"Non possiamo aprirla." dice
"Perchè?" sbotta Rey
"Se la apriamo Jack muore."
Il filo che collega la porta a Jack e come un cappio, pronto a serrarsi.
"Vedo che la porta è collegata indirettamente a Toumas.."
"Mio fratello, forse centra lui con la porta."
"E direttamente con la morte di Jack."
Brian gironzola attorno al mago.
Lui vorrebbe aprirla, la volgia lo attanaglia dal primo giorno che l'ha vista.
"Sentite io e miei ce ne andiamo sulle montagne, voi fate quello che volete."
Fa un cenno agli altri due che annuiscono, daccordo con la decisione.
"Ma così ci abbandonate a Theodore..." borbotta Jack
"Senti bello, la vita è dura per tutti. O preferisci che apra la porta? basta chiedere."
Jack abbassa la testa.
Idekar sta osservano la porta, non si cura della scelta di Brian.
Rey sa che hanno le spalle al muro e dentro se comincia a formulare un possibile piano.

I tre sono scappati da molti minuti e Rey, Jack e Idekar non hanno soluzioni.
"Non possiamo fuggire, dobbiamo patteggiare con Theodore." dice Rey
"Vuoi vendere i lupi a Theodore?" chiede Idekar
"Tu vuoi morire? e tu Jack che faresti."
"Non lo so."
"Io dico..." inizia Idekar
"Ah fanculo Idekar tu sei sempre quello delle soluzioni diverse! Vuoi fuggire anche sta volta?" grida Rey
Le parole colpiscono Idekar come un pugno allo stomaco
"Fate quello che volete" dice Idekar e si alza.
Jack segue con lo sguardo Idekar.
Gli fruga nella mente, cerando il motivo della sua rabbia.
Poi mentre fruga sente un pensiero.
Io so come fuggire...
Il pensiero è seguito da una frase in una lingua che Jack non conosce.
Poi Idekar cade a terra.

martedì 25 dicembre 2007

Theodore - Decisioni

"Sveglialo"
Theodore da un comando all'uomo dal volto nipponico e in pochi minuti la macchina che contiene Rey inizia ad aprirsi.
Rey si sveglia da un sonno agitato, ancora più intorpidito di quanto non fosse prima.
"Rey, sono appena stato dai tre uomini che dovrebbero spiegarmi come vanno le cose e sai che mi hanno detto?"
Rey mugugna una frase, ma il torpore dei suoi muscoli non lo aiuta.
"Mi hanno detto che a loro di Te non frega nulla, che ti posso anche ammazzare, loro non mi diranno comunque nulla."
Sul volto di Rey si dipinge il terrore.
"No, non temere, ho avuto un'altra idea prima."
Fa un cenno all'uomo che gestisce la macchina.
"Sai perchè la gente ha il coraggio di sparare ai cervi? no, certo non lo sai. Te lo dico io: perchè i cervi non possono chiedere pietà, se potessero farlo, nessuno sparerebbe."
L'uomo nipponico toglie i cavi impirgionano Rey nella camera.
"Così ho pensato: perchè non mandare Rey a chiedere di dirmi il perchè delle loro abilità?"
Rey viene estratto dalla macchina.
"Vedi, devono guardarti negli occhi, ,mentre ti condannano a morte."
Rey viene rivestito e messo su una sedia a rotelle.
"Adesso i miei ti porteranno da loro, e tu gli dirai che hanno 4 ore per dirmi come fanno, o io vi eliminerò tutti."
Theodore si slaccia l'orologio e lo mette al polso di Rey.
"Quattro ore."
Rey non ha nemmeno il tempo di pensare che tre uomini lo caricano su una macchina e in pochi minuti lo portano davanti a casa di Toumas.
Mentre Rey cerca di urlare la sua rabbia la porta di casa si apre ed esce Brian.
Quattro ore

venerdì 21 dicembre 2007

Stephen - La liberazione di Jack

Mentre Theodore lascia la stanza di Rey

Davanti alla porta metallica, sul retro del palazzo di vetro, Miriam parla a Idakar.
Già, Idakar.
Adesso è questo il nome di Stephen.
"Vedi, io posso farti entrare, l'uomo che chiamate Jack, quello che hai abbandonato è qui dentro. Se riesci a liberarlo, lui può aiutarti ad arrivare a Rey."
Idakar ha promesso di liberare Rey, era il minimo che doveva fare per sdebitarsi con lui e con Miriam.
Miriam tocca la porta e con un colpo di polso la apre.
La serratura è arrugginita.
La magia usata da Miriam durante il contatto ha alterato la struttura della porta rendendola fragile.
"Vai, adesso tocca a te. Non faric pentire di averti insegnato la magia."
Idakar corre lungo il corridoio e si ferma davanti alla porta in sente, con i suoi nuovi poteri, la presenza di Jack.
Si concentra sente il potere fluirgli dalle mani e interferire col sistema elettrico della stanza.
La porta si sblocca e lui in un istante è dentro.

Bastano pochi secondi per liberare Jack dalla macchina che lo imprigiona.
Idakar fa sedere Jack sul sedile di un taxi, e lo porta via.
Libero
Lo sguardo di Idakar soppesa Jack.
Gli chiede scusa se lo ha abbandonato, allora non era saggio, in quel momento era impulsivo.
Lo sguardo nota un particolare strano sul corpo di Jack.
Un enorme tatuaggio che prima non c'era.

giovedì 20 dicembre 2007

La casa di Thoumas


C'è poco da dire di quella casa: è una catapecchia.
Dio solo sa cosa possa salvarla ancora dal crollare su se stessa.
Sia fortuna, casualità o farse qualche oscuro segreto, ma quella casa se ne sta lì, dall'alto dei suoi piani di legno cadenti e delle sue finestre di vetro annerito, a osservarci.
Thoumas ci vive da qualche mese, suo fratello da forse un anno, Brian e Dean da 4 mesi.
In questi quattro mesi hanno sempre osservato gli scarafaggi camminare golosi sotto il frigorifero.
Hanno contanto innumerevoli piccioni, morti sul loro imgresso.
Ogni songola notte e ogni singolo giorno hanno bestemmiato contro le condutture che perdevano e la rete elttrica difettosa.
Eppure sono sempre rimasti li.
Una forza invisibile, un calore misterioso li vincolava a quel luogo.
Come un istinto che li imprigionava tra qulle mura fatiscenti.
Durante la notte ogni tanto si sentiva un misterioso scalpiccio, ma i loro nasi non percepivano alcun odore.
Fantasmi o qualcosa di molto peggio?
In certi giorni di pioggia sembra quasi che l'acqua eviti di infilarsi in certi fori, in certi pertugi, come su un respito profondo la spingesse fuori.
Brian, Thoumas e Dean non lo sanno ancora, ma sotto di loro in una camera segreta, chiusa da una porta blindata, qualcosa di oscuro li attende.

Brian - L'importanza del segreto

Brian vede la macchina di Theodore allontanrsi e sbuffa pensando a quanto stupidi siano gli umani.
Quell'uomo sapeva di potere morire scontrandosi, anche solo verbalmente con loro tre, ma aveva un'aria superiore, l'aria di uno che vuole comandare sempre.
Uno che vuole avere il controllo.
Brian una volta aveva il controllo poi entrando in quella casa ha cominciato ad avere dei dubbi.

La casa, da quello che ho potuto vedere, è una mezza catapecchia...
però c'è quella porta, così nascosta, così misteriosa, così inaccessibile...
c'è qualcosa che ti trattiene in questa casa.... l'idea o il desiderio di aprire la porta è stato forte...

Theodore, lo fa quasi ridere pensarci.

Teddy
Viene per cercare di comandare, di convincerci.
Ci offre la vita di Rey in cambio del nostro segreto.
Bhe, si fotta.

Brian guarda gli altri due abitanti della casa Dean e Thoumas, i suoi compagni, i suoi nuovi fratelli.
Adesso non vive più solo per se stesso, vive anche per difendere loro e il loro segreto.
Se questo costerà la vita ad altri non può farci nulla, il segreto viene prima di tutto.
Prima di tutto.

Scritto da Pippolomazzo-fra e Myur

mercoledì 19 dicembre 2007

Theodore - Nella tana del Lupo

Theodore ha appena lasciato Rey, la sua decisione è presa andrà di persona da quei tre uomini e scoprirà come mai le loro immagini non appaionon così sfuocate nelle foto satellitari.
Il dubbio che loro tre siano come Harry lo attanaglia.
Se riuscisse a carpire il segreto di quel loro potere, forse potrebbe avere una chiave per cercare di decifrare anche tutte le loro altre capacità.

La macchina si ferma davanti alla casa decadente dove vivono i tre uomini.
Theodore scortato da altri uomini cammina a rapidi passi verso la casa, poi giunto vicino all'ingresso fa cenno agli altri di fermarsi ed aspettare fuori.
Bussa alla porta.
Dall'altra parte della soglia un uomo barbuto e muscoloso lo invita ad entrare.
La casa dentro è un autentico cagatoio.
La carta da parati scrostata crolla dai muri, i mobili sono in parte marci e in parte disposti senza alcun criterio o ragione estetica, cumuli di giornali coprono gli angoli e fanno pensare ai pisciatoi degli animali domestici.
"Con chi abbiamo il piacere di parlare?"chiede l'uomo con la barba.
"Mi chiamo Theodore, vorrei farvi delle domande."

Theodore esce dalla casa.
La rabbia gli brucia dentro.
Quei tre non vogliono collaborare, e questo per lui è un'insulto alla sua autorità.
Vorrebbe fargliela pagare, fargli capire chi comanda, ma il problema è che ha bisogno delle loro risposte, più di quanto possa avere bisogno di una soddisfazione.
Per un istante mentre era dentro ha capito che il potere gli sfuggiva di mano, ma è riuscito a indirizzarlo sul coltello con cui l'uomo chiamato Dean giochicchiava.
Theodore si era promesso che il potere non gli sarebbe più sfuggito, non dopo ciò che aveva fatto quella volta.
Questa volta gli è andata bene, ma non può sperare che vada sempre così.
Un'uomo gli apre la porta e chiede: "Signore? Tutto bene?"
Theodore stringe i denti.
"Si tutto bene, torniamo a casa."
Tutto bene, rilassati Theodore

martedì 18 dicembre 2007

Rey - 4 mesi

La macchina con cadenza regolare produce un bip elettrico che Rey non può sentire.
All'interno di questa una serie di cavi ed elettrodi fungono da sostentamento e ricerca per il corpo e nella mente di Rey.
Questa è la prassi, da quattro mesi.

Quattro mesi fa

Dopo un viaggio che mi sembra interminabile mi trovo in un capannone in penombra. Non riesco a capire in che zona siamo però capisco subito che sarebbe inutile urlare o tentare la fuga.
Theodore continua a farmi domande a raffica su me e sugli altri.
Per la maggior parrte sono domande alle quali nemmeno io so rispondere, per le altre... è meglio non rispondere.

Passa del tempo e io tengo duro.
Non devo cedere tanto se vogliono farmi fuori lo faranno comunque.

Theodore cerca di convincermi a collaborare e poi fa una cosa strana... passa la mano sopra una teca di cristallo e questa si sbriciola come se fosse consumata da migliaia di anni.
Tutto in un secondo.
Non ho nemmeno il tempo di capire cosa sia successo che un suo collaboratore punta verso di me una pistola da elettreshok e... bam cado nel buio.

Non so quanto tempo sia passato. Mi trovo sveglio e sdraiato su un letto.
Elettrodi e tubi spuntano dal mio corpo maltrattato.

Stanno rovistando nella mia mente, deturpando la mia intimità, carpendo segreti che non conoscono nemmeno le persone più care.
Mi sento svuotato e violentato, spogliato di ogni dignità.
Forse era meglio morire.


Ancora una volta, nemmeno il tempo di poensare ad una reazione e cado ancora nel buio.
E poi più nulla.

Oggi

Rey si sveglia, il suo corpo è irrigidito dal troppo tempo fermo.
Dall'altra parte rivede la faccia di Theodore, una faccia vista ad intervalli regolari in questi mesi.
Una faccia sempre accompagnata da domande a cui Rey non dava risposte.
"Abbiamo trovato i tre della foto." dice Theodore
Rey biascica una parola, come a domandare "chi?"
"Adesso andrò da loro e vedremo se loro risponderanno alle mie domande"
Passano alcuni secondi, i colori e le luci colpiscono Rey, la testa gli duole.
"Lascia perdere, non sforzarti di rispondermi. So che non sono normali, l'ho visto nei tuoi ricordi. Adesso vediamo se tengono più a te o al loro segreto."
La porta si chiude, arriva il dolore.
Poi il mondo di Rey è di nuovo nero.

Scritto da Mercurio2007 e Myur

Stephen - 4 mesi

Questi quattro mesi sono volati come un lampo.
Nuove conoscenze, nuovi segreti, una nuova vita.
Tutto è iniziato quando Stephen è fuggito dagli uomini in macchina, abbandonando Rey e Jack.
Miriam lo ha trovato in quel bar di Denver, lo ha raccolto intimorito e confuso e ora lo restituisce al mondo sicuro e volitivo.
Stephen ricorda come è andata, anche se non sembra possibile.

Quattro mesi fa

Buio
Poi una luce, si avvicina.
Mi trovo d'improvviso su un prato, la luce mi abbaglia, appena i miei occhi si abituano intravedo delle tombe intorno a me, è un cimitero, e non è la prima volta che lo vedo, mi è famigliare. Mi accorgo di un gruppo di persone in lontananza, vicino ad una tomba, sembrerebbe un funerale.
Mi avvicino e ad ogni passo scorgo volti conosciuti fra quelle persone, parenti, amici, conoscenti, la mia famiglia. Mi muovo tra la gente, ora mi appare tutto chiaro: questo è il funerale di mio nonno Ron, come posso trovarmi qui!
Mentre senza parole rimango a fissare la bara, qualcuno appoggia una mano sulla mia spalla, voltandomi rimango senza parole nel vedre che quest'uomo è mio nonno...

"Ma come è possibile.."

Il nonno mi rassicura, mi dice che già altre volte sono stato qua e ho parlato con lui, mi spiega che anche lui è stato un mago, sa come ci si sente, infine mi pone di fronte ad una scelta: negare la mia vocazione e tornare ad essere un "dormiente", oppure accettare la propria natura, essere un mago.
Indicando l'ingresso di una cripta mi dice: "A te la scelta."

Guardo il nonno, mi guardo dentro, mi incammino verso la cripta, ne varco la soglia, e molto buio, ma la mia attenzione viene attirata da un incisione su una tomba, C'è il mio nome sopra, la mia data di nascita e di mo...
Riapro gli occhi, sono in una distesa piatta e sterminata, punteggiata da lapidi e tombe, in lontananza una torre incredibilmente alta. Inizio a incamminarmi verso la torre e via via incontro sempre più tombe...sempre più parenti, conoscenti e amici, mi appaiono come fantasmi, mi chiedono di fermarmi, di tornare indietro, di non lasciarli soli.
Adesso come mai prima la mia volontà è forte, lascio a le spalle tutti i miei cari, uno a uno, punto dritto alla torre, una costruzione strana, non si direbbe possa stare in piedi e eppure svetta in tutta la sua maestosità. Varco la soglia della torre, l'interno è molto buio, tasto le pareti sembrano incise, nella penombra scorgo dei nomi, strani, diversi, lontani nel tempo e nello spazio, è assolutamente incredibile la loro quantità e varietà. A un certo punto scorgo a piedi della parete un vecchio puntale arrgginito, ora capisco come siano stati incisi i nomi.
Tutto quello che Rey mi aveva raccontato è vero.
Incido il mio nome sulla parete.
Mi sento un uomo nuovo.

Scritto da Pontazza

lunedì 17 dicembre 2007

Theodore - I ricordi di Rey

Qualche giorno prima

Lo schermo sfarfalla davanti al viso di Thodore.
Le immagini della vita di Rey gli girano davanti, come brevi filmati o immagini immobili, a seconda del tipo di ricordo, ricordi fresci o antichi.
La faccia di Theodore è impassibile, l'indice destro ogni tanto pigia il tasto PRINT della tastiera e la stampante ronza facendo il suo lavoro.
Dopo una mezzora Thodore prende le stampe e se le passa tra le mani.
Vede tra le facce nuovo una faccia vecchia e nota.
Harry, tu che centri?
Si alza dalla sedia e spegne lo schermo.
Butta le stampe sul tavolo di vetro che sta al centro del suo ufficio e va verso la finestra.
Dove sai bastardo?

La porta della stanza in cui sta Rey si apre e Theodore entra.
L'uomo dal viso nipponico lo saluta.
"Come va?" chiede Theodore.
"Altre immagini, sgranate, forse le ricorda solo di sfuggita."
"Sono i tre che non riuscivamo a vedere nel filmato originale?"
"Si signore."
Thodore prende le tre stampe e le osserva.
Un uomo muscoloso e con la barba, un tizio con la faccia da mezzo drogato e un finoccchio coi capelli lunghi.
"Grazie." ed esce.

Seduto nel suo ufficio riguarda le tre facce.
Alza la cornetta del telefono.
" August? Sono Theodore mi serve che cerchi qualcuno."
La cornetta ronza una risposta
"Ti mando le foto. Si, si ok. Grazie"
Mette giù la cornetta e preme il pulsante del fax.
Il fax invia le tre immagini, mentre Theodore giocherella con una pallina antistress, retaggio di un vecchio natale in uffico.
Il fax da risultato positivo all'invio.
Theodore sorride soddisfatto.
Stringe la pallina tra le prime tre dita della mano destra.
"Ti troverò bastardo. E me la pagherai." sibila.
Rilassa i tendini della mano, il palmo si apre e sul tavolino cade una manciata di polvere.

Dean - 4 mesi

La luce di un nuovo giorno trova Dean, Toumas e Brian su una grossa macchina nera, diretta a Denver.
Sono passati 4 mesi dallo scontro e i tre sono ormai cresciuti, nella mente e nelle capacità.

Ma che vogliono quei tizi? Si credono Man in black?

In macchina fanno troppe domande..vogliono portarci da Rey..Continuano con le loro insulse domande intanto le voci passano dal primo piano al secondo, fino ad un lieve immobile sottofondo come se le loro voci scivolassero sulla mia mente come ci si lascia fluire sui capelli e sul viso l'acqua tiepida della doccia.
Il breve addestramento che ci ha sottoposto la tribù mi ha aperto nuove porte, nuovi sensi e percezioni.Quelle persone puzzano di tensione..stronzi..cè sotto qualcosa..la loro aria da sornioni non mi convince ma nemmeno preoccupa, è quello che hanno intezione di fare che non ho ancora capito..
Non importa..questa volta non sono solo..
e anche se lo fossi non sono più come prima..
Sorrido forzato trasmettendo questa espressione a Brian..ha intuito anche lui.. distoglie lo sguardo e osserva il paesaggio locale di Denver scorrere attraverso il finestrino.
Arriviamo al grande palazzo di cristallo.Rey ci sta aspettando.
Esigono, anzi quasi ci ordinano di passare per il retro..hanno delle pistole.
Il vicolo in cui ci portano è un requiem di dolore e odio, punteggiato da un odore chimico di polvere da sparo misto a quella stupida tensione, che può avere un assassino in procinto di sparare sulla sua agognata preda..

Non siamo soli.

Oltre a noi e la nostra infima scorta fiuto almeno una dozzina o più di altre persone..sopra di noi..sui tetti.
Sono armati..noi intanto spettiamo quello che sembra un'eternità che ci aprano la porta murata alla fine del vicolo..succede qualcosa..i vigliacchi che ci hanno scortato fuggono e le persone armate sui tetti ci intimano di non muoverci..
Aspettiamo.
La nostra pazienza ha un limite..trattengo Brian dal non trasformarsi in pubblico..è tabù..e corriamo sentendo i proiettili sfiorarci mentre fuggiamo da quel luogo..
Ho bisogno di spiegazioni.
Se no qualcuno perderà la testa.
Non in senso figurato.

Scritto da Mathys

venerdì 14 dicembre 2007

Dean Toumas e Brian - Scontro

Mentre i tre compagni aspettavano sul sentiero ecco che un odore stuzzica il naso di Dean e di Brian..
Si affrettano a seguirne la traccia e incontrano un unomo con il viso coperto di cicatrici che li osserva e ride..

"Perchè ridi?" chiede Dean, mentre Brian si accorge che fanno parte della stessa razza, ma il misterioso uomo fa parte dello schieramento opposto: è un puro..

Il nuovo venuto li punta, si muove in cerhio intorno a loro e, d'improvviso, si trasforma in una belva più che feroce.
Compie un salto e cerca di sorprendere Brian.

Brian d'istinto si copre il volto e con uno sforzo di volontà riesce a sua volta a raggiungere la forma grottesca che aveva da non molto abbandonato.
E così ha inizio uno scontro tra due belve fercoci...

Dean osserva attonito mentre impugna il suo revolver.

Ad un tratto sente il cuore accelerare il suo battito e, lasciando cadere l'arma, si ritrova a correre verso al mischia.
Mentre corre sente la forza in corpo aumentare, si vede cambiare e da lì il buio.

Brian mentre cerca di liberarsi dalla presa dell'avversario vede Dean compiere la prima muta e raggiungere con un balzo la mischia.
Ora sono in due contro uno.
Tra morsi e artigli sono i due compagni ad avere la meglio sull'avversario.

E del puro neanche più l'ombra.

Scritto da ...Sym...

mercoledì 12 dicembre 2007

Rey - Magia

Ogni giorno c'è una stranezza che si aggiunge...
Prima il maestro... poi la 'scomparsa' del palazzo... e adesso i lupi mannari, i licantropi!!!


Quello che sembra essere il 'capo (?)' ci sta dicendo che io e (nome Ste) abbiamo affinità col mondo degli spiriti e che solo per questo siamo tollerati. Ci dice che dal momento che noi alteriamo la realtà non siamo propriamente ben voluti, che questo è il loro territorio e ci invita ad uscire perché loro non ci sono ostili ma ci sono altri lupi che non sono allineati con questo pensiero.
Inoltre Brian ha perso le staffe a caussa dell'orologio di Jack e l'orologio potrtebbe 'infastidire' anche altri lupi e che loro non possono garantire la nostra incolumità.
"Ma... dov'è finito JacK???"
"Era qui un attimo fa..."
Dean dice di sentire il suo odore e di poter seguire questa 'traccia'.
Ci mettiamo all'inseguimento di Jack

Certo che è impressionante la facilità con cui Dean riesce a muoversi seguento la 'traccia'... sembra quasi che veda la scia dell'odore lasciata da Jack. E che cazzo io sento solo l'odore di umido che sale da sottosuolo...

A un centinaio di metri vediamo Jack.
"Brian forse è meglio che voi tre vi fermiate qui.
Andiamo a parlarci io e Stephen"
"OK"

"Bene. Ora direi di uscire dal parco e di andarcene in un posto tranquillo.
Poi penseremo a cosa fare."
"Brian, Dean, Tou... ma dove sono finiti?"

Ma cos'è... oggi spariscono tutti?

"Continuiamo ad andare verso l'uscita. Al più gli lascieremo un messaggio per ritrovarci."
Prendiamo la macchina e ci dirigiamo verso il paese più vicino.
Forse in internet potremmo trovare qualcosa di più riguardo all'orologio di Jack e magari anche sui lupi.
"Forse ho modo per poter capire qualcosa in più sull'orologio. Potrei tentare di capire se ha dei poteri speciali."

Ci fermiamo ad una piazzola di sosta e lancio il mio primo incantesimo.
Che strana sensazione. Sento uno strano potere fluire attraverso il mio corpo... si concentra e si sprigiona dalla mi mano.

Ho lanciato il mio primo incantesimo.
Se solo me lo avessere raccontato 6 mesi fa avrei gridato alla pazzia ed ora... eccomi qua a farlo.


"In realtà sembra non avere nessuna potere particolare."
"Provo ancora. Magari ho sbaglaito qualcosa."

Ora ho un pò più di confidenza con questa sensazione e con questa energia. Posso concentrarmi maggiormente sul suo utilizzo rispetto a prima

"Niente ancora. Non ha nulla di magico."
Restituito l'orologio ci dirigiamo verso la città.
Trovato un internet point entriamo e iniziamo a fare delle ricerche.
Dopo diversi tentativi troviamo un immagine di un orologio silmile. Però questo è d'ora ma riporta lo stesso occhio rosso.
Non c'è scritto nulla ariguardo perché è sullo sfondo e non è l'oggetto in questione.

Driinnn driinnn

Chi è che mi chiama? Liliana!?!?!

"Proto. Ciao Liliana. Che c'è?"
"Avete sistemato la storia dei vostri nomi?"
"Non, non ancora. Stavamo per farlo ma abbiamo trovato delle difficoltà"
"Allora è maglio che veniate qui subito. Ci sono dei problemi."

"Ragazzi era Liliana. Dobbiamo andare subito da lei."

Appena usciamo dal locale troviamo Brian e gli altri.
Ci raccontano di aver avuto uno scontro con dei loro simili e che stanno andando dalle 3 veggetni.

Gli spieghimao che noi dobbiamo andare da Liliana e ci mettiamo d'accordo per trovarci in serata in un locale di Denver, 'La tana del lupo'.

In una decina di minuti siamo davanti alla casa di Liliana.
Scendimo dalla macchina e arrivano due suv neri che ci bloccano.
Scendonmo 4 uomini vestiti come Brautigun.

Tutto accade in un attimo.
Stepehen tenta la fuga, il tizio in finaco a m estrae una pistola e mi dice di fermarlo o sarà peggio per noi.

Mentre 2 tizi si gettano all'inseguimentoi di Stephen io gli urlo di fermarsi ma non mi ascolta.
Il tizio con la pistola fa esplodere la testa a Jack che cade morto a terra.
L'altro, come se ninete fosse mi dice

"Se non vuoi che succeda niente all'altro tuo amico sali in macchina senza fare storie."

Le portiere si chiudono e partiamo per non so dove.

Scritto da Mercurio2007

giovedì 6 dicembre 2007

Rey - Compimento della missione

Ma che diavolo succede... Brian... Brian si sta trasformando in un lupo mannaro!

Cazzo certe cose pensavo succedessero solo nei film


... E adesso... sembra incazzato con Jack

Il corpo di Jack vola scagliato con violenza contro la roccia dalla bestia che Brian è diventato...

Se continua così in un niente lo ammazza

Un balzo di Brian e... uno sparo.
La bestia cade a terra. Ha un buco in pieno petto ma... un momento... sta risputando fuori il proiettile e la ferita si sta chiudendo immediatamente...

Stephen è piantato tra Jack e la bestia...

"Dean, Toumas prendete voi Jack. Io cerco di recuperare Stephen"

Afferro Stepehn per un braccio e inizi a trascinarlo via. La creatura è dierto di me e cerca di artigliarmi OK.

Per me è finita... speriamo che gli altri si salvino


Un rumore violento di ossa e muscoli che impattano tra di loro. Un altro lupo... ha fermato Brian.
I due cominciano a combattere tra di loro... e quello chi cavolo è??? Ma che fa si avvicina? E' impazzito... finirà per farsi uccidere. Ma sta parlando coi lupi...

Non so cosa abbia fatto o detto ma è riuscito a far riprendre il controllo a Brian che è tornato umano... come suona strana questa parola...
Devo occuparmi di Stephen...
Cosa gli è successo... sembra morto... NO!!!


Cerco di rianimarlo inutilmente... devo portarlo da qualche parte ma dove???
"Dobbiamo portarlo alla quercia. Presto seguitemi" è Brian che mi sta parlando.
Per quanto sembri assurdo lo seguo per portarlo alla quercia.
Ci avviciniamo a questa pianta e Stephne si riprende ma... non è più Stephen.

Finalmente è avvenuto.

Scritto da Mercurio2007

martedì 4 dicembre 2007

Jack - L'uomo nel passato di Rey

Rey e Stephen camminano davanti a Jack nel fitto dei boschi del Parco delle Montagne Rocciose.
Dal cielo gonfio comincia a scendere una leggera pioggia.

C'è qualcosa che non va la certezza colpisce la mente di Jack

Dal bosco emerge una figura massiccia.
Un uomo dalla muscolatura potente, con una barba folta e occhi scuri.
"Brian..." la voce di Rey viene coperta da una folata di vento che butta la pioggia sul volto di Jack.
L'uomo cammina verso Rey, seguito dai due, Dean e Toumas, che Jack ha già incontrato.
Sembrano conoscersi, vengono da un posto chiamato NewHome.

Ma Rey non era di Boston? Jack capisce che Rey ha mentito

L'uomo che Rey conosce, Brian, nasconde qualcosa.
Jack sente che qualcosa dentro Brian sta urlando per uscire.
Qualcosa di oscuro e potente.
Uno spirito sanguinario.

I due si appartano per parlare e Jack coglie l'occasione per andare a controllare il chip sotto pelle che Brautigan dovrebbe avere.
Arriva sul posto dove si trova il cadavere e con sua enorme sorpresa non trova il corpo.

Dove può essere?

Jack torna dagli altri e tutti decidono di trovare un posto dove fermarsi per parlare.
Si fermano sulla cima di una piccola collina, un posto ben riparato dalla pioggia e dal vento.
Tutti sono fradici e Brian accende un piccolo fuoco per scaldare i nuovi compagni.
Jack sovrappensiero estrae di tasca l'orologio e lo soppesa tra le mani.
Quando alza lo sguardo vede che Brian lo sta osservando con occhi cattivi.
La cosa nascosta dentro Brian ruggisce verso Jack come pronta a colpire
"Mettilo via." dice Brian tra i denti
"Cosa..." Jack non capisce perche l'orologio lo turbi
Brian fa per allontanarsi ma qualcosa dentro di lui vuole uscire.
Colpisce un albero con un pugno, poi sopraffatto dall'ira si volta verso Jack e urla.
Jack vede il corpo di Brian mutare e la cosa nascosta dentro di lui uscire fuori.

lunedì 3 dicembre 2007

Hugh - Notte nei boschi

Eheheheheheh...
Risata isterica tra le fronde degli alberi...
La luna permette al suo figlio di camminare tra i sentieri senza fare danni...
Hugh scende lungo il sentiero verso i cancelli, menrte una Mini elabrata percorre la strada del parco insieme alla Jeep dei ranger...
Dietro di loro un suo "simile" che corre alla ricerca di qualcosa...
Eccola la capanna dei ranger...
Che silenzio...
Hugh cammina intorno all'edificio osservando...
I ranger dormono ignari, mentre Brian aiuta Dean e Tuomas ad evadere...
Un tonfo...

che maldestri

Entra nella casa e osserva i ranger...
Vede le pistole...
Odia quegli arnesi...
Un cenno della mano...
Ehehehehehe
Ridacchia in silenzio...

ora non faranno male a nessuno

Hugh cammina ancora tra le foglie...

Finalmente ha abbracciato la sua natura

Ehehehehehe
Ghigna...
Brian sfonda le sbarra e libera i due prigionieri...

con che violenza

Sorride...
Una lepre corre nel folto della foresta...

ora siete liberi fratelli miei, ma per me è ora di cena...

Scritto da ...Sym...

Harry - Il palazzo di vetro

Harry vede la macchina di Rey fermarsi di fronte al palazzo di vetro vicino al centro di Denver e sorride.
Sente i tre che discutono di come fare a entrare.
L'atrio che i tre osservano e riempito da un bancone di metallo e vetro dietro il quale siede un uomo ben piazzato che legge un giornale.
Harry si muove leggero lungo il marciapiede e passa davanti alla macchina di Rey senza essere visto.
Le porte automatiche si aprono mentre Harry cammina sul tappeto rosso dell'ingresso e una voce metallica lo saluta:
"Benvanuto allo Stern Bilding."
Harry sorride.
L'uomo col giornale lo fissa con occhi vispi e chiede:
"Salve Mr. desidera?"
"Niente, non sono qui per te."
Un cenno della mano e l'uomo torna a leggere il giornale.
Harry arriva davanti ad uno dei tre ascensori presenti nella Hall, digita un codice al tastierino numerico e la porta si apre.
Prima di entrare vede due uomini passare la mano sotto un lettore ottico, davanti all'ascensore di fronte al suo, poi entra nella cabina e digita il numero di un piano.
Le porte si chiudono proprio mentre la macchina di Rey riparte per tornare verso il parco delle Montagne Rocciose.
Dentro la macchina Jack sta convncendo gli altri a tornare al corpo di Brautigan.
Nella sua mente pensa che anche Brautigan abbia un qualcosa sotto pelle che gli permette di aprire la porta.
Forse si tratta di un chip.

Rey - Risposte

Finalmente! Abbiamo trovato Liliana. Per la prima volta dopo parecchi giorni una persona che potrà darmi qualche risposta e non pormi delle domande.
Non pensavo proprio di trovarla in un quartiere signorile di Denver... che strano.
Eccola. Speriamo che ci accolga e che ci possa aiutare.
"Ciao Liliana. Come va?"
"Bene! Ma... come mai siete qui? Non mi aspettavo di vedervi!"
"Abbiamo delle cose di cui parlare ma sono cose un pò delicate."
"Allora è meglio se saliamo al piano di sopra."

Riassunto di quanto ci è accaduto

"Ah!... Bene... Le persone che mi stanno cercando vogliono che gli risolva un enigma.
Io sono un'esperta in numerologia.
Tutto si riconduce ai numeri.
Studiandoli e studiando le loro sequenze si possono scoprire passato e futuro. Inoltre si è in grado di conoscere fatti celati da segreti che, senza numerolgia, sarebbero imperscrutabili.
Quello che queste persone vogliono da me è che trovi una persona, che gli dico chi sia.
Non so perché e, al momento, non so chi sia."

"Io mi sono nascosta e ho la capacità di rimanere celata a loro. Sinceramente, per le vostre faccende, non penso di potervi essere utile. Se volete delle risposte dovete andare da queste persone.
Anche perché, conoscendo i vostri nomi, non siete poi tanto al sicuro.
Qui è dove si trovano."

Mostra una cartina e indica un punto.

"Buona fortuna.
Appena scopro qualcosa, o appena lo scoprite voi ci risentiremo."
"OK Liliana. Grazie di tutto. Spero di rivederti presto e in una situazione migliore." dice Rey
"Già, a presto Rey."

Non ho trovato le risposte che volevo ma, se non altro, so cosa dobbiamo fare. Forse siamo sulla buona strada... speriamo.

Rey, Stephen e Jack - Liliana

Nel capanno le incomprensioni si sprecano e questo a Stephen da davvero fastidio.
Jack e Rey non si vedono di buon occhio e sebbene neppure si conoscano sembrano propiro convinti a non volersi aiutare a vicenda.
Jack sembra conoscere la donna della foro, anche se dice di non sapere il suo nome, ne si ricorda come ha fatto a conoscerla.
Almeno, questo è quello che jack dice, ma non è per forza la verità.
Jack sa dove l'ha vista, anche se non se ne capacita.
Jack ha visto la stanza e il pianoforte, ha sentito Liliana suonare e il tizio di spalle dire che la soluzione passava attraverso loro, ma non capisce in che senso.
"So dove Liliana si trova - dice ad un tratto Jack - non chiedete come faccia a saperlo, non ve lo dirò, ma se voleta andare da lei..."
I tre decidono di andare, scendono all'ingresso e prendono la macchina.
Jack li guida senza dire nulla di più di semplici "destra", "sinistra".
La macchina si ferma in una via piena di case raffinate, sicuramente di gente benestante.
Jack li porta davanti ad una casa senza numero civico, dice "E' qui".
Rey e Stephen squadrano Jack, poi decidono di lasciar perdere, sarà per un'altra volta la spiegazione.
Adesso che sono li una cosa è importante, capire perchè Liliana li ha guidati fino a Denver.

Brian - Due come me

La luna è là alta nel cielo...
E un odore di fuligine calda riempie l'aria..
Brian segue quasi incantato le fiamme in lontananza e quando le raggiunge vede il capanno in fiamme..

ma che c...


mentre si concentra su quello che intravede oltre al grande falò sente il rumore di un motore, di una jeep...
e due odori distinti, due suoi simili... tutto nella stessa direzione...
senza nemmeno preoccuparsi del fuoco che ormai divora il capanno, Brian si getta in una corsa folle verso di loro...
ma quando arriva...

ma dove caspita sono!! l'odore arriva da dentro il capanno, ma non ci sono nella sala

Brian fa il giro della casa e trova una piccola finestra con delle sbarre, guarda dentro e vede due persone impaurite e nervose che si muovono nella piccola cella...

Eccoli finalmente...

Brian aspetta che anche l'ultima luce della guardiola si spegne per bussare alla finestra...
"Ciao ragazzi, ho sentito la vostra presenza nel bosco e vi ho raggiunti"
"Ma tu chi sei? cosa vuoi da noi?"
"Voi siete come me, non lo sentite, siamo simili! E vedo che siete in pericolo"
"Non hai risposto alla nostra domanda, ma un aiuto in questa situazione è ben accetto"
"Cosa posso fare per voi, ....?"
"Dean e Tuomas! Portaci un legno che dobbiamo recuperare delle cose"
Brian passa un lungo ramo ai due, non troppo silenziosamente recuperano quello che volevano i tre preoccupati aspettano... fortunatamente nessun ranger ha sentito il tonfo...
"E ora come facciamo a uscire?" si chiedono i due incarcerati...
E mentre loro iniziano a ragionare sul come uscire dalla cella, Brian afferra le sbarre della finestra e inizia a tirare...
Brian sente i tendini tirarsi, i muscoli contrarsi, il suo corpo risponde bene a questi stimoli...
il suo volto poco a poco si trasforma, si deforma, non è più un volto umano...
crescono artigli, zanne, pelo e i muscoli crescono donandogli molta forza...
e mentre un ringhio sale dentro di lui ecco che il muro cede...
Dean e Tuomas sono attoniti.. Come è possibile che lui ora sia così, che abbia sfondato un muro a mani nude...
Brian urla "Muoviamoci, andiamo via di qui" ma dalla sua bocca escono solo ringhi e suoni gutturali...
allora lui affera i due nuovi compagni e li getta nella Mini elaborata...
Dean inserisce le chiavi e mentre le urla e i colpi dei ranger si perdono alle loro spalle, la macchina si lancia nella notte.

Scritto da ...Sym...

Dean - Di nuovo dentro

Sangue.
Nella mente solo un caldo pensiero di color carminio ..null'altro..
Guardo impassibile le figure che ho salvato, che credo di aver salvato, in mano un cacciavite, quel cacciavite che ha trafitto e ucciso. Il corpo privo di vita è stato occultato.. Non ho paura di uccidere..ma la sensazione che provo non è delle migliori.
Guidato dall'istinto? o da una forza sovrannaturale? Non ci capisco piu niente..ma.. non importa..
Il gruppo formatosi nel capanno sembra incorentemente sensato, ognuno con una storia diversa ma con un punto di giuntura..ad un tratto dopo che il silenzio fu rotto da degli spari, dopo che i proiettili diretti verso i noi si fermarono a mezzaria nel vuoto come marionette senza fili, dopo che il tempo parve arrestarsi, mi ritrovo all'aperto a correre, annaspando.
Li ho persi, sono stato troppo lento..mi ritrovo con Thoumas a vagare nel bosco dove solo il buio ci fa da guida.
Delle torce ci puntano contro. Cazzo.. sbirri. Dopo un po di domande scottanti le sbarre della prigione dei ranger all'ingresso del parco ci accolgono fredde.
"Dannazione!! Di nuovo dentro!" a Thoumas non va a genio essere di nuovo dentro. Lo compatisco.
Toc -toc
Un rumore leggero proveniente dalla finestrella della cella attira la mia attenzione.
Un uomo.
Grosso.
Dice che è qui per noi. Questa volta i fatti si capogirano. Siamo noi ad aver bisogno di essere salvati.
Anche se non ho nessuna 'sensazione' come dice lui di avere per noi, un pò mi fido, forse perchè lui è l'unica nostra possibilità di fuga.
Chi sia non so..ma..non importa..
Poi quello che successe..bè..è qualcosa di veramente impossibile..o meglio..impossibile per un uomo comune..
E come tutti i nodi vengono a capo cosi mi ritrovo a guardare i muscoli dello sconosciuto crescere, gonfiandosi sempre più, i tendini tirarsi come acciaio malleabile, i peli crescere come piante verdi dopo una pioggia in un deserto senza acqua..i suoi lineamenti..cosi animaleschi ma ancora umani..
In un baleno la grata della finestra viene stroncata come un fuscello, rimango sbalordito, impietrito.
Nel mentre le guardie al piano superiore danno l'allarme.
Raccolgo le chiavi della macchina precedentemente sequestrata e parcheggiata sul retro dai ranger e la pistola.
Controllo il piccolo tesoro custodito nella mia tasca.
Piu spaventato per la creatura che per gli spari, mi fiondo in macchina e insieme ai due personaggi entrati come una folgore nella mia vita, accellero fuggendo da quelle che in lontananza sembrano delle sirene che diffondono nell'aria un vortice blu e rosso misto ad un ululato..un ululato non proveniente dalle volanti ma dalla onnipresente sfera bianca che veglia impassibile, sù nel cielo nero.

Scritto da Manthys

Stephen - Liberazione

Ecco ci qua, sembra proprio sia giunto al capolinea, un tizio sta per spararmi per un non ben precisato motivo, dopo il nostro tentativo di fuga. Jack lo sta implorando di non ucciderci, mentre io cerco solo di reggere me stesso e Rey che è stato ferito poco fa da Brautigan, durante il nostro tentativo di fuga. L'uomo toglie la sicura, ci guarda negli occhi
"Ok, ora vi lascio andare, ma non fatevi più rivedere in giro o la prossima volta..."
Un uomo esce correndo dal bosco, impugna qualcosa, in un attimo è addosso Brautigan e lo colpisce alla gola, rantola, lascia cadere la pistola e si copre la gola con le mani.
Lentamente i suoi movimenti si indeboliscono e d'un tratto smette di muoversi. Sopraggiunge un altro uomo dal bosco.
Jack raccoglie la pistola, io e Rey ci voltiamo verso quelli che sembrano essere i nostri soccorritori, l'uomo che ha ucciso Brautigan sembra sconvolto.
"Chi siete?" urla Jack puntando la pistola ai due uomini. "Il mio nome è Dean" risponde l'assalitore. "Io sono Toumas".
Forse è meglio rientrare nel rifugio. Rey raccoglie il cellulare di Brautigan.
Una volta entrati ci sediamo tutti al tavolo, sembra di essere ad una seduta degli Alcolisti Anonimi, ognuno inizia a raccontare la propria storia, come è giunto qui e piano piano si svelano degli intrecci inaspettati, pare che qualcuno o qualcosa abbia fatto in modo che ci ritrovassimo qui, tutto parrebbe girare intorno a Liliana, tutti in qualche modo l'hanno conosciuta a parte Jack.
Improvvisamente si sentono esplodere dei colpi di pistola, iniziano a piovere proiettili all'interno della stanza...ma incredibilmente, come in Matrix, i proiettili si fermano a mezz'aria bloccati da chissà quale forza. Jack è il primo a fiondarsi fuori dalla casa, io e Rey lo seguiamo a ruota. Non vediamo chi ci stava sparando, corriamo verso il bosco.
Se volevano ucciderci perchè non ci hanno sparato mentre uscivamo dal rifugio?
Ci voltiamo a guardare dove siano Dean e Toumas, ma di loro non c'è traccia. Continuiamo a correre, infine decidiamo di passare la notte in un vecchio rifugio abbandonato.

Scritto da pontazza

giovedì 29 novembre 2007

Brian - Nella memoria

Dove sono?
Sono morto?

Il mondo attorno a Brian è diverso dal solito.
Gli alberi gettano ombre più nere, i suoni sono più acuti o più gravi.
L'aria porta il profumo si mille fiori diversi.
Brian si aggira in questo modo così diverso dal solito e sente il vento accarezzare il suo corpo nudo.

Sono nudo?
Che cavolo mi è successo...

Da una macchia di alberi emerge una figura mastodontica, una parodia ipertrofica di un lupo.
L'essere si rivolge a Brian e parla in una lingua così gutturale da suonare fastidiosa.
Il gorgoglio dell'essere cessa e il lupo fissa Brian con occhi di fuoco.
Non c'è paura nel cuore di Brian, non c'è gioia, non c'è smarrimento.
C'è qualcosa di nuovo e potente, qualcosa che si rilaza, come fiamma nuova dalla cenere dell'uomo che Brian era.
"Chi sei?" chiede il lupo
"Brian J Leavingstone, tu?"
"Io sono tuo padre, quello vero."
"Dove siamo?"
"A Pangea."
"Pangea? cos'è?"
"L'inizio di tutto, il luogo da dove tu vieni."
"Sono qui veramente?"
"No, stai solo frugando nella tua memoria. Non è ne un sogno, ne un viaggio. Stai ricordando quello che eri e che sarai, quello per cui sei stato scelto."
"Sono un lupo?"
"Si."
"E adesso che faccio?"
"Adesso ricorda."

martedì 27 novembre 2007

Rischio e Salvataggio

L'uomo entra con la pistola in mano.
Fa sedere tutti e tre gli occupanti del capanno e intima il silenzio.
Un rapido controllo e scopre che la donna che cerca non c'è.
I tre occupanti sembranano non sapere nulla.
Brautigan avvisa con una chiamata il disguido e fa sapere alla donna al telefono il nome dei tre che ha trovato nel capanno: Rey , Stephen e Jack.
La donna al telefono sottopone ai tre un indovinello e i tre nei 13 minuti a disposizione non riescono a risolverlo.
Provano una reazione, ma Brautigan, abituato alla gente che non sa stare al proprio posto calma subito le acque con un colpo di pistola che ferisce Rey.
I tre vengono accompagnati fuori da Brautigan per finire il suo lavoro: mettere a tacere chi sa troppo.
Mentre l'azione si compie dal bosco emergono due uomini di corsa e colpiscono Brautigan, liberando Rey e compagni dall'impiccio.

lunedì 26 novembre 2007

Brautigan - Incarichi

Merda!
Già, merda.
E' questo che pensa Brautigan mentre cammina lungo il sentiero.
Un sentiero su per le montagne solo per cercare una tipa... come era il nome?
Mah, gli verrà in mente.
Liliana
Sorride, non ha ancora perso la memoria, anche se 45 anni si fanno sentire.
Il telefono nella tasca di Brautigan vibra.
"Si?" risponde
"Dove sei?" la voce metallica del altoparlante del cellulare ha un tono distaccato.
"Salgo una strada nel bosco."
"Fammi sapere appena arrivi."
"Ok."
Brautigan chiude il telefono.

Poco in lontananza scorge un capanno.
Deve essere li - pensa - facciamo in fretta.
Afferra il ciondolo che porta al collo, apre il meccanismo di chiusura e osserva la foto all'interno.
La bambina con gli occhi azzurri fissa Brautigan dal freddo della pellicola impressionata.
Si sfila il ciondolo, toglie l'anello nuziale dal dito, li mette nel sacchetto di pelle che tiene in tasca e nasconde il sacchetto, per passarlo a prendere a lavoro ultimato.

Estrae la pistola.
Toglie la sicura.
Apre la porta.

Stephen - Il Capanno nei Boschi

Finalmente siamo arrivati a questo benedetto rifugio, ho le gambe a pezzi ed ho proprio bisogno di riposare

Arrivati davanti alla porta del capanno, con un po' di stupore troviamo la troviamo aperta, appena aperta la porta ci colpisce la starna confusione di fogli sul tavolo. Il capanno doveva essere abitato fino a pochi giorni fa, ci sono ancora delle provviste e il posto sembra tenuto decentemente.

"Ehi ma che cavolo sono questi fogli?". La voce di rei mi richiama all'attenzione.
I fogli riportano una serie di sequenze alfanumeriche, apparentemente senza senso, sembrerebbe un codice o il tentativo di decifrarne uno...

"Hei ragazzi che state facendo, perchè curioste fra quei fogli?" La voce di jack mi fa capire che forse è meglio lasciar stare i fogli per non destare troppi sospetti nel nostro ospite. Questo Jack è un tipo strano,chiodo e allstar per girare in montagna. Lui dice di essere finito qui dopo che in una stazione di servizio non lontano gli hanno rubato i portafogli. Ma perchè incamminarsi nel parco e non andarsene in autostop?
Ci sta mentendo, poi dopo aver visto con che razza di orologio da taschino gira, si potrebbe pensare che sia lui un ladro.

Ma Rey e Jack iniziano a discutere, hanno capito che si stanno raccontando un mucchio di balle, intanto la tensione cresce, Jack butta i fogli nel fuoco del camino, Rey cerca di tirali fuori, abbiamo intuito che centrano qualcosa con Liliana, questa è la casa che abbiamao visto nel Sogno...

Rey esce dal rifugio, nella stanza cala il silenzio, l'unico rumore è quello dei nostri stomaci vuoti che mugugnano, è quasi ora di cena.

Passano 15 minuti e Rey non è ancora rientrato. "Vado a cercarlo." Dico a Jack.
Fuori dalla casa non c'è, mi inoltro nel bosco adiacente al rifugio, C'è una luce che proviene dal fitto della vegetazione. Scorgo una figura, enorme, non si direbbe umana

Ma che cazz...

Vedo Rey uscire dal bosco, mi viene incontro, sembra sconvolto. "Ma che cazzo sta succedendo Rey?" gli abbaio contro

Lui non mi risponde, fa cenno di aspettare

Ritorniamo nel rifugio, come prima i 2 iniziano ad accusarsi e la tensione si alza di nuovo. Cerco di abbasssare i toni della discussione (per altro inutile), rivelo a Jack parte del motivo del nostro viaggio "Stiamo cercando una ragazza, Liliana. E' una nostra amica ed è scomparsa circa due mesi fa, sappiamo che delle volte si recava in questo posto."

La porta si spalanca, entra nella stanza un uomo, abito scuro, faccia rude, PISTOLA ALLA MANO.

CAZZO!!!

Scritto da Pontazza

venerdì 23 novembre 2007

Toumas e Dean - Salvataggio

Il cielo è nero e solo la luna risplende nel cielo...
"Bella la luna, nè Tuomas?!" dice Dean soapirando, quando vede di colpo una macchina della polizia...

cavoli, il gestore ha chiamato gli sbirri... anche io però a darli i miei dati reali... pensa la mente del giovane meccanico
Subito i due si catapultano fuori dalla finestra e salgono di fretta sulla Mini elaborata... e di corsa con l'acceleratore a tavoletta partono in quarta verso un luogo inprecisato, ma di sicuro il più lontano da questo motel...
"Andiamo verso casa" esclama Tuomas..
"Non mi sembra una buona idea portare la polizia verso l'unico luogo sicuro che abbiamo" lo corregge Dean
Sirene in lontananza
"La foto!!" esclamano i due...
Entrano in un vicolo e osservano l'immagine.. "la montagna sullo sfondo sembra familiare... è nel parco delle Montange rocciose..." osserva Tuomas, "dirigiamoci lì.." continua...
Oramai le sirene sono lontane, sembrano essersi dimenticate della Mini che corre nella notte...

Solo un ostacolo si pone di fronte a loro: il cancello del parco...
Dean apre il baule, prende la cassetta degli attrezzi e sfonda con violenza la serratura della cancellata.

Ora il motore della Mini romba sui tornati del parco fino al primo parcheggio.
Di corsa parcheggiano e iniziano a percorrere un sentiero.
Mentre percorrono una strada a caso Dean si blocca di colpo: Questo odore... Ma è sangue... e quest'altro è particolare, non l'ho mai sentito, ma è inconfondibile: è paura...

Dean parte a capofitto nel bosco in direzione dell'odore...
Tuomas non capisce cosa sta succedendo: Come mai Dean si è messo a correre senza motivo?? E quasta sensazione?? Cos'è quell'ombra dietro a Dean?? E' Fred e lo sta inseguendo!! e senza nemmeno pensarci si ritrova anche lui a correre a perdifiato nel bosco...

Ad un tratto in una piccola radura i due compagni vedono tre uomini; uno è ferito alla spalla e gli altri due tremano di paura...
Un'altra figura li osserva e punta la sua pistola su di loro...

Nella mente di Dean tornano alla mente le parole di Liliana...
si lancia sull'uomo con in mano un cacciavite e...

Ora Dean e Tuomas osservano il corpo dell'uomo a terra.
Sangue.
Sono attoniti...
Non possono più tornare indietro...

Scritto da ...Sym...

giovedì 22 novembre 2007

Toumas e Dean - Liliana

La stanza è piccola e spoglia.
Toumas e Dean si aspettavano qualcosa di più cinematografico, che so, una cartina di Denver con foto incollate e stralci di giornale.
Almeno avrebbero saputo che la donna, Liliana, a cui sembrano legati, stava tramando qualcosa.
Invece nulla, la classica stanza di un motel, con nature morte e la TV via cavo.
"Non vi aspettavo." dice Liliana, mentre esce da quello che sembra essere il bagno.
"Abbiamo trovato questi." e Toumas butta i cerini sul tavolino al centro della sala.
"Bhe, sedetevi" dice Liliana, indando due sedie.
"Che vuoi da noi?" sbotta Dean.
"Io? - sorride - nulla."
"Ma alllora..." la voce di Dean è fermata dal tono e dalla mano alta di Liliana.
"Dovete salvare due persone i pericolo. So che avete preso la vita di alcuni, ora vi viene chiesto di pagare lo scotto e salvarne altre."
Il tono non lascia spazio per ribattere.
"E dove dovremmo andare?"
"E che ne so io? siete cacciatori, cercateli."
Cacciatori?
Dopo pochi minuti i due sono sulla strada.
"Dove andiamo?" chiede Dean.
"E che ne so?"
Fottuti cerini - pensa Toumas e ne prende uno per accendersi una sigaretta.
La mano si chiude su qualcosa di duro, che nella sua tasca prima non c'era...
"Una foto..." sussurra Toumas
Dean si sporge verso di lui e osserva l'immagnie:
La foto di un capanno nei boschi.

Dean - Incontro con Toumas

Le parole di Liliana mi perforano il cervello, anche se ora sono in camera solo con 'giova'.. non dorme lo so.. è come me, un'ombra del passato che fugge da un destino imminente. Mi alzo ciondolando come se quei pensieri vorticosi mi avessero instillato un improvviso senso di sobrietà, guardo attraverso la finestra, al di là solo un bianco, enorme occhio guardingo che pende da un manto impenetrabilmente nero, l'occhio ingannevole di un amante che ti attira, impassibile, sempre di più..ancora di più..
'Dean mettit..'
Mi giro di scatto, impugnado la mia vera unica amica, è Toumas, mi guarda torvo come se si aspettasse la mia reazione
'scusa..sono un pò agitato'
abbasso la mano tremante, accarezzo nervosamente il revolver
'non preoccuparti' -risponde ' Dicevo che sarebbe meglio dormire..' -sospira
'Domani ci aspetta una giornata impegnativa'..
Quello sconosciuto fattone, solitario, dannato,ricercato, ladro e forse assassino in camera con me ha dannatamente ragione..
Non lo giudico.
E come un figlio ubbidiente che riceve un caldo invito di una buonanotte dalla madre, mi corico aspettando che il vento di fuori soffi via almeno per questa notte, quegli incubi tanto temuti, ..quegli incubi.. a cui domani darò la caccia..

Scritto da Manthys

Toumas - Un strano tipo

"Dannato fratello", penso mentre corro,...perchè doveva entrare proprio in quella stanza proprio in qual momento???
se nn era lui probabilmente lo avrei già sistematio per le feste...
e adesso per colpa sua mi ritrovo a girovagare nella periferia di una città che nn conosco alla ricerca di un uomo posseduto dallo spirito di Fred che mi vuole morto...davvero ottima come situazione direi...
per lo meno adesso però so cosa devo fare e che anche almeno una persona può aiutarmi, Liliana...se nn fosse per lei credo che a questo punto sarei impazzito sul serio, purtroppo però mi sono dimenticato di chiederle dove posso rintracciarla, ma adesso sono stanco di cercare...torno a casa a dormire...spero solo che per sta notte mi lasci stare, così domani penserò meglio cosa fare.
Mmhhm...è già mattina meno male che stanotte sono riuscito a dormire 5 ore!! erano secoli che non dormivo così!
Vado a fare colazione al bar, che il frigo è vuoto co0me sempre...almeno così posso pensare il da farsi in un posto un po tranquillo..."una birra media e un Hot Dog grazie"comincio a mangiare con avidità studiando tutte le opzioni...ma sono tutte troppo assurde da poter prendere seriamente in considerazione...e alla fine, assurdo per assurdo, andiamo da nu prete...magari se ricevo il Suo perdono siceverò anche il suo, dopotutto sono pentito veramente per qualleo che ho fatto.
Mi dirigo verso la priam chiesa che trovo e chiedo di parlare col parroco ma dopo che gli ho raccontato tutta la storia intuisco palesemente che nn mi crede...e mi dice..."nn posso perdonarti colpe che ti sei" io un po scazzato rispondo"vabbè...mi accontento", e l' unico altro consiglio che mi ha dato è stato qualcosa tipo"ti conviene farti vedere da nuo specialista"...col cazzo!! io nn ci vado da uno strizzacervelli!!
Torno a casa rassegnto pensando un modo per contattare Liliana ma sembra essere come scomparsa...o più semplicemente cercare una persona che conosci malapena a Denver nn deve essere la cosa più semplice, speriamo solo di rincontrarla..
E' proprio vero che se nn hai un caxxo da fare il tempo nn passa mai...sono solo le tre di pomeriggio, che palle, e in casa nn cè nessuno...ci fosse almeno Sara, almeno potrei falcheggiare un po per ammazzare il tempo...
All' improvviso un urlo fortissimo fuori dalla casa lacera il silenzio...
mi alzo di scatto e corro fuori urlando"HEI!! MA CHE CAZZO STA SUCCEDENDO QUA FUORI!!!"
quando esco vedo un uomo vicino al bosco che sta urlando come un maledetto tenedosi la testa con entrambe le mani, nn riesco ad avvicinarmi che il lamento cessa e l' uomo si accascia a teraa privo di sensi.
"Sarà uno dei soliti tipi strafatti che conosce mio fratello" e lo porto in casa di peso...ma più lo guardo più mi ricorda quacuno che ho già visto...ma certo! il tizio del sogno di stanotte! sarà meglio riuscire a parlagli un attimo.
Appena si sveglia e un po spaesato, anzi, agitato e abbastanza scontroso e mi urla"chi cazzo sei!!cosa cazzo ci faccio qui!!" dopo i dovuti chiarimenti si calma...dice di chiamarsi Dean, e anche lui sta scappando da qualcuno...di più nn vuole dirmi...e io nn insisto...
a un certo punto entra l' amico strafatto di mio fratello...è talmente strafatto che si accascia a terra sul pavimento, e insultandolo un po lo porto nella sua stanza.
mentre lo trascino vedo che qualcosa gli cade dalla tasca, è un paccetto di cerini di un motel in città...lo guardo un' attimo e vedo che al suo interno è scritto un nome..."Liliana"...un po sconcertato leggo il nome più volte poi pensando torno da Dean...

Scritto da Emppu

giovedì 15 novembre 2007

Rey - Montagne Rocciose

Finalmente sono riuscito a dormire una notte intera. Da quando siamo partiti da Boston è stata una faticaccia…

E adesso dobbiamo ripartire alla ricerca di un bivacco uguale a tutti gli altri sparso nel parco delle Montagne Rocciose alla ricerca di Liliana…

“Buon giorno Stephen. Pronti a partire? Prima di andare direi di fare una buona colazione e di prendere un po’ di viveri e qualche attrezzatura visto che non so quanti giorni ci vorranno.”

Fatta la spesa siamo pronti. Speriamo bene e, soprattutto, speriamo di non trovare intoppi.

Bene qui dobbiamo lasciare la macchina e proseguire a piedi.

Sarà meglio prendere una cartina del parco.

“Hei scusi… ranger Smith… percaso mi sa dire dov’è questo bivacco?” e gli mostro la foto.

“Mhhh…. Mi facci pensare…. Potrebbe essere quello che si trova sul sentiero 10 però sono tutti uguali. Non ne sono certo…”

“Grazie 1000”


“Stephen ho preso un paio di cartine del parco e ho chiesto al ranger dove si potrebbe trovare il bivacco. Mi ha indicato il sentiero 10. Direi di incamminarci.”


“Ormai sono 3 ore che camminiamo. Direi di fare una pausa e di mangiare qualcosa”

“OK.”

Zaini a terra e panini alla mano

O caXXo ma chi è sto sfigato che viene sulle montagne rocciose con le all star rosse e lo spolverino di pelle… sarà qualche maledetto fattone o alcolizzato o accattone… speriamo non si fermi e non attacchi bottone.

"Hei come va? tutto ok?"

Ecco, appunto

Scritto da Mercurio2007

Jack - Fuga

Dove andare? dove posso nascondermi...
Corro, corro...
L'aria mi brucia i polmini mentre corro allo stremo delle forze.
Rientro in città con un mezzo di fortuna.
La mia mente cerca un nascondiglio...
Chi cazzo?
Un uomo alto 2 metri e mezzo mi attende in mezzo alla strada, mi ferma, mi conosce.
"Jack dove vai?"
Io rispondo che non ne ho idea, non so dove fuggire.
Lui mi dice che forse dovrei cercare risposte dall'unico che posso ritrovare.
L'uomo con lo sguardo da bestia.
"Ok" rispondo e sono già in movimento.
Mi ferma.
Mi regala un'orologio.
Un'orologio da 10000 $? e che segna un'ora casuale... cazzo è babbo natale?
Lo prendo e scappo.
Cazzo un orologio che segna ore a caso!
Capisco solo una cosa, che me ne devo andare in fretta.
Si fotta anche il tipo cattivo, si fottano le risposte, io me ne fuggo nei boschi.
Aspetto tempi migliori e poi mi farò rivedere.
Prendo la strada nei boschi, la più nascosta del parco delle Montagne Rocciose.
Sono solo nel nulla e in chi incappo?
Due idioti in gita. Fingiamo di essere amichevoli.
"Ehi come va? tutto ok?"
Mah che facce da babbi!

mercoledì 14 novembre 2007

Jack - Arresto

Jack si alza e la ragazza non c'è più.
Nella stanza buia non c'è più neppure il suo profumo.

"Ehi Jack!" urla Fred, mentre lo vede entrare nella stanza dell'ostello
"Ciao ragazzi, mi sa che dovete pagare..." eh già, Jack ha vinto la scommessa, la ragazza c'è stata.
Poco importa quello che gli è costato, lui lo ha voluto, fino in fondo.

Il rumore di una porta che si chiude, solo un frammento prima del risveglio.
Oscurità, è ancora notte.
Jack accende la luce, c'è uno nuovo nella stanza, sdraiato sotto le coperte, ma Jack non vede il ritmico alzarsi e abbassarsi del torace.
"Ehi amico..." nessuna risposta.
"Ehi.." le parole sono interrotte dalla scoperta della verità: l'uomo è morto.
Il grosso problema è che non è un uomo comune, è l'uomo che lui ha contribuito a uccidere!

E' un flash.
Le sirene, la fuga nella notte, il tentativo di nascondersi.
Poi l'arresto, l'interrogatorio, il poliziotto buono e quello cattivo.
Poi in cella, nessuna possibilità di fuga.

Jack non sa cosa fare, l'uomo col gessato gli ha fatto una proposta folle, ma è l'unica possibilità di uscire da li:
"Eliminami una persona e ti salvo dalla galera a vita, o dalla morte."
Jack è combattuto, non è un assassino, poi ha un'idea:
Fingerò di starci, e avviso il tipo della fine che rischia, poi mi dileguo.
"Ok, chi è?"
"Una donna che conosci."

La donna è ferma davanti a lui, la notizia che Jack gli ha dato non l'ha turbata.
"So che c'è gente che mi vuole male, so che nella nostra organizzazione non tutti si amano tra loro. Spesso, l'unico modo per superare un concorrente è eliminarlo."
Jack sperava che lei gli si buttasse al collo per ringraziarlo, per chiedergli di rimanere con lei.
"Ti posso dire solo una cosa - prosegue lei - sparisci, se non vuoi se la prendano con te."
Ti prego, dimmi che non è vero, che vuoi che rimanga con te...
La donna non dice altro e si volta.
"Aspetta..." sussurra Jack.
Lei si gira ancora verso di lui.
"Sappi, che sei l'unica che ho mai amato." poi la bacia sulla fronte
Addio, amore
Poi si volta e scappa, mentre le lacrime gli rigano il viso.

lunedì 12 novembre 2007

Jack - Il cuore

Tutto si muove a rallentatore mentre l'uomo con gli occhi bestiali sferra un calcio al volto dello sconoscituo col cappotto di pelle.
Jack non percepisce neppure il movimento della gamba, gli basta sentire il suono sordo di uno stivale che fracassa le ossa, per sapere che ha fatto una cazzata.

Jack ha abbordato la ragazza per scommessa, in un bar del centro di Denver, solo che non gli è mai passato per la testa che forse è la ragazza che ha abbordato lui.
Lui l'ha difesa dai due palestrati che la volevano, l'ha difesa nell'unico modo in cui è riuscito, prendendosi mazzate.
Poi lei l'ha portato in casa sua, una vecchia casa fuori città e li gli ha fatto una proposta che Jack non poteva rifiutare; il succo della proposta? "Se mi vuoi devi prima farmi un favore."
Lei non aveva la faccia da puttana, solo che si comportava da tale.
Così lui ha accettato.

Adesso sa che accompagare l'uomo col cappotto di pelle fuori dal centro era una scusa per metterlo da solo, contro quel cazzo di animale su due zampe.
Jack non ha mai visto uno darne tante senza battere ciglio.
Così il tizio rimane per terra, in una pozza di sangue e Jack non sa che fare.
L'unica idea che ha in mente è chiedere al tipo che l'ha pestato: "E adesso?"
"Adesso se vuoi il compenso seguimi" risponde lui.
Jack pensa che è meglio sparire.

Mentre si sdraia con lei sul letto sa di aver fatto una cazzata, poco fa in città, ma tutto sparisce spazzato via dallo splendore del suo sorriso.
Adesso Jack sa che nulla nella suo vita ha avuto senso, a parte questo incontro.
Potremmo dire: "Bhe amico, sei cotto. Cotto di una poco di buono."
Coì le parole escono da solo dalla bocca di Jack, mentre lei gli chiede se la difenderà per sempe:
"Si, ti difenderò per sempre, qualunque cosa io debba fare."

Adesso Jack ne è sicuro.
Sta notte ha fatto una gran cazzata.

venerdì 9 novembre 2007

Hugh - Incontri nella Notte

Pungente…

con un retrogusto quasi agrodolce…

diverso per ognuno, ma inconfondibile con gli altri..

Paura

L’aria ne è piena…

Insieme all’odore di carne fresca…

Carne fresca…

Morbida, saporita…

ma…

Una lotta interminabile, in un luogo indefinito…

sempre a combattere fino alla fine dei giorni o fino alla vittoria…


“Buona sera, mi gironzoli sempre intorno… Vero?” dice Hugh al suo avversario

“Bhe, per evitare che tu faccia danni…” risponde lui…

Hugh ride, con una risata isterica: “Danni? Io? Ma figurati, stavo solo cacciando”

Ma il suo rivale gli risponde: “Ma quelle non possono essere delle tue prede”


Qui non c’è l’odore della paura e nemmeno della carne…

qui tutto sembra essere fermo..

sembra che "qui" non esista…


“Che bella la luna…” commenta,

“Già, stupenda” attacca l’atro…

“Credo che il mio tempo qui sia terminato, devo andare, o rischierei di farti male” dice Hugh alzandosi

“Non credo che ci riusciresti” dice con tranquillità l’altro…


Un ululato nella notte


E guardando la luna, abbandona questo mondo




martedì 6 novembre 2007

Harry - Scarpe Rosse

Il fiato di Harry si condensa in un nuvoletta, mentre cerca di raffreddare il caffè che tiene tra le mani.
Dall'altra parte della strada, ben distante da lui un tizio è a terra in una pozza di sangue.
Sopra di lui un uomo dagli occhi bestiali lo sta colpendo ripetutamente al volto.
La cosa non disturba granchè Harry, alla fine la violenza ha sempre fatto parte del suo mondo.
Quello che lo disturba invece e il ragazzo con le All Star rosse che sta osservando la scena con una faccia da ebete.
Non è la faccia in se stessa, ne il ridicolo colore delle scarpe, è quell'aura bizzarra che gli balena a tratti alle spalle.
"Prevedo grossi guai per quel tipo." dice l'altro a fianco di Harry.
"Dici?" bofonchia Herry mentre beve un sorso di caffè.
"La vedi vero?" sogghigna l'uomo senza caffè, mente butta a terra la cenere.
"Quindi?"
"Ah, è roba pericolosa. Roba che ti fa diventare matto alla fine."
"Mah, sarà quello che sarà. Credi non sia un caso?"
"Ah, un caso? Nulla è casualità."
Harry cammina lentamente attraverso la strada, mentre le macchine gli sfrecciano a fianco.
Arriva sul marciapiede opposto e osserva la scena più da vicino.
La bestia si è rialzata e se ne sta andando senza dire una parola al tizio con All Star.
Harry sente la paura nel ragazzo con le scarpe rosse.
Scarpe rosse - pensa Harry - che sia un caso?

lunedì 29 ottobre 2007

Dean - Ricordi nella notte

Corro, corro, senza sosta, senza pensare al dolore delle gambe in fiamme per lo sforzo, senza capire il perchè del mio polpaccio lacerato e il giorno dopo completamente guarito.. senza realizzare chi era quel mostro e quelle 'cose' senza volto.. chi era quell'uomo del bar, che era anche nei miei sogni... sembra conoscermi..

Segui la tua strada, scegli la tua vita...

le sirene della polizia sembrano ormai lontane, ma sono vive nella mia testa, che pulsa, inesorabile, poi tutto quel sangue, Max incatenato, il colpo alla testa e..
il carillon...

tutti lo vogliono..
tutti lo volevano e.. CRACK

Cado inciampando in una radice di un bosco dimenticato nella notte.
Riprendo fiato.

E' tutto così assurdo..da quando me ne sono andato da casa le cose non mi hanno piu impressionato, non mi importava piu nulla, più nessuno.. ma poi dopo questi due giorni.. io.. io non so più cosa pensare.. a cosa credere..

Cosa mi sta succedendo, che sia questo un sogno...

Scritto da Manthys

Toumas - Tempo Fa

Toumas apre gli occhi, vede le pareti scrostate e le scritte di anonimi che "sono stati li" e si chiede come mai quelle persone adesso evitino quel posto come la peste.
La casa effettivamente è faticente e ci stava gente strana fino a poco tempo fa, ma adesso? cosa li tiene lontani? Mah.
Anche lui in effetti ci ha messo un pò ad abituarsi, ma alla fine suo fratello stava li, e lui deve curarlo, che lo voglia o no.
Deve fare le veci di suo padre.
Anche se non lo vuole.

La sera è fredda e Toumas ha appena scoperto di avere qualcosa di strano, una bizzarra capacità rigenerante che si mostra talvolta, senza preavviso.
Si era fracassato una spalla in un incidente e dopo essere svenuto - bam - si sveglia e la spalla è a posto! Roba da film di fantascenza!
E non è tutto, mente era a terra con la spalla a pezzi arriva sto tipo e gli fa "Trova il lupo!".
Lupo, ma che lupo? Mah si fotta.
Comunque adesso la spalla è a posto e lui si trova in una casa fatiscente, col frigo vuoto, le pareti piene di muffa e divani abitati da tarme grosse come cani!
Adesso mentre addenta il panino preso al bar si chiede chi glielo fa fare di tornarci in quella casa.
Ah, già, la storia di suo padre.
Mentre esce una tipa gli blocca la strada e gli vomita adosso roba tipo "fantasmi", "presenze" o altre cazzate.
"Si, si ok, si fotta signora e grazie."
La supera ed esce.

Pensare che avesse ragione? sembra una cazzata? invece aveva ragione!
Che fosse un fantasma o altro non lo sa, ma la tizia ci aveva azzeccato; e adesso la presenza gli rompe e non lo fa dormire.
Così va a finire che si trova a fare una seduta spiritica con tizi con maschere e cose oscene e poi salta fuori che il fantassma è un suo conoscente morto in cella...
Brutta sera davvero per Toumas.

Questo però è avvenuto molto tempo fa.
A Toumas ricordare fa venire il mal di testa.
Fortuna adesso nel frigo ha la medicina.
Se ne versa un bicchiere bello pieno e lo butta giù.

Tanto tempo fa, adesso è diverso, adesso va peggio.

mercoledì 24 ottobre 2007

Hugh

Un attimo.

Veloce.

Fuggente.

Come l’istante in cui una foglia tocca il suolo.

Nulla lo può fermare.

Niente lo può arginare.

Ma in quel istante tutto cambia, finalmente è possibile capire qual è il proprio compito.


Hugh apre gli occhi e davanti a sé ha solo la realtà, la cruda verità.

Basta finzioni.

E ora sa che deve solo proteggere.

Difendere quel sottile filo che divide l’esistenza, divide il sogno dalla veglia, la ragione dalla follia, la realtà dalla verità.

Sottile, eppur resistente, filo in precario equilibrio.

E Hugh è oltre questo filo, è oltre la realtà.


Hugh è semplicemente oltre.


Ora sì che sa cos’è il realtà il mondo, sa cos’è la vita.

E la sua vita ora è nelle sue sole mani.


Hugh guarda la luna.

Pallida madre di ogni cosa.

La guarda, la ammira, le lancia il suo saluto.


“Addio madre luna, questo tuo figlio ora sa dov’è la vera realtà”


“E ora cosa fare?

Morire, dormire, nulla più.”


Mentre il cuore inizia a colpire più forte.


Tum Tum… … … …Tum Tum… … …Tum Tum… …Tum Tum…Tum Tum

Tum Tum…Tum Tum Tum Tum Tum Tum Tum Tum Tum Tum Tum Tum……..


Follia e ragione percorrono insieme la via verso la verità


La Luna ha ormai fatto il suo corso

Rabbia, feroce, travolgente, che scoppia all’interno


Un ululato nella notte.


“Impossibile?

Non del tutto.

Non per me...”




martedì 23 ottobre 2007

Denver

Le luci dei fari colpiscono i lampioni ai bordi della strada, mentre l'auto sfreccia sulla superstrada diretta verso Denver.
Solo pochi giorni fa Rey e Stephen non avevano idea di quanto la vita fosse strana.
La seduta spiritica a cui hanno assistito ha intaccato la loro idea di reale, fino a rendere possibile il mettersi in macchina e percorrere duemila miglia per cercare una donna vista una volta su una foto.
Già, la donna della foto.
Liliana.
Rey sa che la donna non è una persona normale, sa che molto probabilmente è una potente maga, e sa con tutta certezza che se è scappata da Boston c'è un motivo serio.
Stephen dal canto suo non sa nulla. Ha visto la donna su una foto, sa che ha avuto a che fare con le sedute, ma per il resto la storia gli è oscura.

"Hei Rey, cazzo! Occhio all'uscita per Des Moines!" grida Stephen.
"Lo so, lo so. L'ho vista!" sbuffa Rey, mentre sterza all'ultimo e prende l'uscita.
"Ma a che cavolo pensi?"
"No, niente." si scusa Rey.
Ma non è così.
Rey ha un pensiero fisso.
Il pensiero del palazzo crollato e il dubbio su chi possa averlo tirato giù.

Un intero palazzo, non una casetta, un palazzo di dieci piani e nessuno ha battuto ciglio, ne la TV, ne i giornali.

Rey ha un piano adesso: Liliana sa qualcosa, quindi è bene trovarla.
E Rey intende trovarla in fretta.

Rey - Cambio di rotta

Un'altra festa. Se solo penso che 6 mesi fa conoscevo solo la vita del seminario e poco più... quanti cambiamenti in così poco tempo.
Dal decidere quale salmo leggere o da che prete andare a confessarmi adesso mi trovo a dover scegliere se partecipare ad un festa pervert o a una seduta spiritica.

In realtà la scelta della festa è stata obbligata...
Comunque non è male. Gnocca ce n'è (anche se qualche volta nasconde delle "sorprese"), alcool, musica a palla e un sacco di gente. Dopo la morte del ragazzo nel fiume hanno vietato ogni tipo di festa... ma... aspetta un momento... quello è... è... Harry !? Che diavolo ci fa qui! Andiamo a chiederglielo.

"Ciao Harry. Che ci fai qui?"
"Salve ragazzi. Veramente sono io che dovrei farvi questa domanda. Pensavo che foste alla seduta spiritica"
"In effetti volevamo andare ma, non c'era posto per noi. C'è andato Jean."
"Strano. Ero convinto del contrario."

"Ok Stephen. Direi di andare a dare un'occhiata alla seduta. Incamminiamoci."

Ok! Dopo la festa pervert la seduta.

Posto strano hanno scelto. Il vecchio dormitorio che ormai è destinato a ripostiglio.
Ok dovremo entrare usando le scale antincendio visto che è al 2° piano e la porta d'ingresso è chiusa dall'interno.

Darò un'occhiata dalla toppa della serratura.
Vedo il "maestro", Jean e 3 tizi di spalle.
Ma... che cazzo succede. Il maestro parla con una voce assurda e dice cose incomprensibili.

Azz... si sono spente le candele. Non vedo più nulla...
Finalmente qualcuno ha deciso di riaccendere delle candele. E' Jean... perché è sbiancato? Cos'è quella faccia terrorizzata? Perché sta guardando così sconcertato i 3 tizi. Il "maestro" è sempre in piedi e mi sembra uguale a prima... boh...

Jean vuole scappare ma non riesce ad aprire la porta. Vediamo se riusciamo ad aiutarlo.

Merda!!!! Adesso che vedo i 3 tizi... sono senza volto!!!!!
Via più veloci che possiamo e trasciniamoci Jean che è svenuto.

Ma perché i 3 ci seguono... cosa vogliono... sembrano interessati solo a Jean.
Stephne che fai??? Se l'è fugata dalla finestra.
Da solo non posso tirar fuori Jean dalla finestra e portarlo giù per le scale... i 3 ci sono praticamente addosso... non posso far altro che lasciarlo qui...
Salto fuori dalla finestra e i 3 tizi, una volta preso Jean, tornano verso la stanza della seduta.

“Stephen non possiamo lasciarlo qui”
“OK chiamiamo la polizia e raccontiamogli cosa succede”
“Va bene vado a chiamare il 911 dalla cabina”



“Han detto che non hanno volanti a disposizione e che non possono mandare nessuno perché, alla fine, non è successo niente.
Dobbiamo cavarcela da soli”
“Se vogliono farlo fuori come l’altro ragazzo lo porteranno al fiume. Risaliamo e vediamo che fanno ora”

Siamo due folli però è la sola cosa da fare.
Hanno lasciato la stanza e si stanno dirigendo verso l’uscita.
I 3 tizi tengono Jean e il “maestro”, parlando ancora con quella voce metallica e in una lingua incomprensibile, sta facendo… non so cosa sta facendo perché ha messo le mani sulla testa di Jean?

E adesso cosa sta dicendo ai tipi? Come? Devono farlo fuori?!

Non possiamo lasciarli fare.

Quasi senza rendermene conto stiamo seguendo 3 tizi che vogliono uccidere un nostro amico. Gli stiamo seguendo armati di 2 mazze da baseball e con una caga della malora.

Un attimo… mi sembra che tutto sai durato solo un attimo. Ci sono 3 tizi a terra, io ho qualche livido ma la cosa più importante è che Jean sia salvo.
Lasciamo questo parco, il campus e andiamocene alla svelta.


“Sthepen vai alla reception e prendi una stanza per stanotte. Domani penseremo a cosa fare.”

Anche stanotte, mentre mi addormento mi rendo conto che la mia vita ha decisamente cambiato rotta e non so dove questo mi porterà.

sabato 20 ottobre 2007

Stephen - Enigmi

Ancora una volta, ancora un'altro sogno, ancora con Rey.
Ma questa volta era un po' diverso, Boston assomigliava più a un'enfatizzazione della sua immagine reale, tutto era portato all'estremo: le proporzioni, le misure, la velocità, l'oscurità.
E poi era abitata, non so da cosa ma era abitata, c'erano delle creature, forse degli spiriti...
Inizio a pensare che quello che ho letto su quel libro di spiritismo in biblioteca sia vero, forse ho veramente viaggiato nel mondo "Sotterraneo" e in quello reale contemporaneamente. Ma cosa mi ha risbattuto a calci in culo nella realtà, in mezzo a una strada di Boston invece che nel mio letto...Era qualcosa di grosso e incazzato tipo un buttafuori ma molto più grosso e molto più incazzato.
Forse la mia mente inizia a vacillare, è così assurdo che anche Rey sia con me nei sogni e che interagisca con me. Cazzo un sogno è un sogno, non lo puoi condividere in tempo reale.
E poi arriva Harry dal nulla e insinua altri dubbi nella mia mente. Chi è questo harry?!
Ora si è messa anche questa storia delle sedute spiritiche, e l'ossessione di Jean per queste e come se non bastesse proprio oggi Mark si è rotto il ginocchio agli allenamenti di football.

"Ehi datti una mossa Stephen."
"Sì scusa mi ero perso un attimo nei miei pensieri."
"Certo che è veramente un posto da sedute spiritiche."
"Secondo me non faranno altro che fumarsi un sacco di cannoni."
"Beh sarebbe stato comunque interessante."
"Sei un fattone Rey."
"No, no, il Maestro è un fattone."
"Beh dire, hai visto come era messo oggi pomeriggio! Speriamo che non succeda niente a Jean, è un pazzo a incontrarsi da solo con quei tizi dopo che settimana scorsa hanno trovato quel ragazzo, un affiliato del maestro, morto annegato nel fiume...mi vengono i brividi solo a pensarci."
"Già è un pazzo, io tornerei più tardi a vedere che succede."
"Va bene, ma ora muoviamoci o arriveremo tardi alla festa."

martedì 16 ottobre 2007

Harry - Boston University

Harry osserva i due ragazzi in maniera distaccata, mentre la cenere della sigaretta cade verso il basso.
La Black Death brucia ad un ritmo troppo lento per una sigaretta, ma questo ai due non interesssa.
A loro interessa il perchè della presenza di Harry.
Harry vede i due e vede il loro respiro appannare lo schermo dell'illusione.
Loro sono immersi nell'illusione fino al midolo.
Credono che la piscina sia reale, che il corridoio sia reale, che la vita sia reale.
"Quante cazzate" pensa Harry.
Harry non crede a nulla, Harry sa la verità.
E sa che Stephen sta pensando a lui, a lui e a Rey.

"Ma chi diavolo è questo tizio? Cosa ci fà qua?
Ecco l'ennesimo mistero, da quando ho conosciuto Rey non ho incontrato altro che misteri: la morte del ragazzo, lo strano problema con la lettura, l'incapacità di discernere tra la realtà e il sogno...i sogni.
Rey mi nasconde qualcosa, è palese e questo tizio deve centrare in qualche maniera con i suoi traffici, tutti e due non parlano del proprio passato, del loro ruolo nella società, sviano sempre le domande e parlano sempre di "cammino".
E poi come cavolo fa Harry a conoscere il mio nome?
Rey dice di non avegli mai parlato di me eppure lo sa.
C'è sotto qualcosa."

Harry lascia i due senza dare spiegazioni della sua presenza.
Rey e Stephen si osservano per un attimo stupiti.
Poi nel corridoio appare Jean.
"Avete visto un tizio passare di qui?" chiede.
Ancora una volta, il passaggio di Harry lascia nuove domande.

lunedì 15 ottobre 2007

Boston University

Per Rey e Stephen la vita è abbastanza lineare.
Stephen si sveglia, Rey si sveglia.
Stephen fa colazione, Rey fa colazione.
Stephen segue la lezione, Rey segue Stephen.
Non per particolare affinità o amicizia, solo è la sua missione, e Rey si impegna a svolgerla.
Forse in questi giorni si è chiesto anche lui il perchè del sogno, forse si è dato una risposta "saggia" e "logica"; forse no, ci ha pensato e ha detto "magia".
In fondo Rey ci crede.
E Stephen? Lui in cosa crede?
Crede che la sua vita sia lineare.
Non sa quanto si sbaglia!

Oggi Rey e Stefhen hanno una festa in piscina.
Marc ha insistito, loro hanno accettato.
La confusione però non fa per Stephen, così in breve è in un corridoio semideserto a cercare un pò di pace, Rey è con lui; la missione lo impone.

Harry sa che Jean è in piscina oggi.
Harry sa quasi tutto.
Jean non sa che Harry è li, nessuno può sapere dove sia Harry, a meno che sia lui a volerlo.

Nel sorridoio semideserto i due parlano delle solite cose.
Stephen vede l'uomo con la Black Death accesa in fondo al corridoio, ma non ci fa particolarmente caso.
Rey, invece, vede Harry e per un attimo torna a New Home.

Stephen pensa che la sua vita sia lineare.
Non sa quanto si sbaglia.

venerdì 12 ottobre 2007

Toumas

L’uomo scende dalla macchina, poco lontano, nascosto dentro una cabina del telefono Toumas osserva la scena.
“Potrei farci qualche soldo con quel vecchio catorcio, sicuro non ha neppure l’allarme.” Pensa, mentre osserva il figuro allontanarsi nella pioggia.
In breve tempo le mani sapienti di Toumas stanno già armeggiando con i fili dell’accensione.
“E dai parti” impreca a bassa voce, mentre con un occhio tiene d’occhio la strada.
“A fottiti.” chiude lo sportello con un calcio.
“Niente soldi, sicuro era rotta!”
Dopo due passi Ha già dimenticato la fallimentare impresa.
Toumas è così, non ha più rimpianti.
Per nessun motivo si permetterebbe di averne.

Butta il cappotto su una sedia, nell’atrio della vecchia casa.
“Sam! Dove cazzo sei?” urla, mentre prende una birra dal frigo.
Nessuna risposta.
Girovaga per le stanze, ormai svuotate dal banco dei pegni, cercando suo fratello.
Lo trova sdraiato sul divano, con gli occhi sbarrati e un sottile sorriso sulla faccia.
Sul tavolino di fronte a lui la siringa fa bella mostra di se.
“Porca troia, ancora che ti spari quella merda?”
“Dio – pensa Toumas – almeno la facessi finita una volta per tutte.”

Mentre si sdraia sul letto sente i rumori di suo fratello che torna alla vita.
“Tom ce li hai dieci dollari?” rantola una voce da fuori la porta.
“No Sammy, finiti tutti.” risponde Toumas con un sospiro.
Suo fratello non risponde.
Una frase a sera, è questa la prassi, la seconda gli costerebbe troppo sforzo.
La porta di casa si apre e si chiude subito dopo.
Toumas si gira nel letto e mentre si addormenta ripensa alla prigione.