lunedì 29 ottobre 2007
Dean - Ricordi nella notte
Segui la tua strada, scegli la tua vita...
le sirene della polizia sembrano ormai lontane, ma sono vive nella mia testa, che pulsa, inesorabile, poi tutto quel sangue, Max incatenato, il colpo alla testa e..
il carillon...
tutti lo vogliono..
tutti lo volevano e.. CRACK
Cado inciampando in una radice di un bosco dimenticato nella notte.
Riprendo fiato.
E' tutto così assurdo..da quando me ne sono andato da casa le cose non mi hanno piu impressionato, non mi importava piu nulla, più nessuno.. ma poi dopo questi due giorni.. io.. io non so più cosa pensare.. a cosa credere..
Cosa mi sta succedendo, che sia questo un sogno...
Scritto da Manthys
Toumas - Tempo Fa
La casa effettivamente è faticente e ci stava gente strana fino a poco tempo fa, ma adesso? cosa li tiene lontani? Mah.
Anche lui in effetti ci ha messo un pò ad abituarsi, ma alla fine suo fratello stava li, e lui deve curarlo, che lo voglia o no.
Deve fare le veci di suo padre.
Anche se non lo vuole.
La sera è fredda e Toumas ha appena scoperto di avere qualcosa di strano, una bizzarra capacità rigenerante che si mostra talvolta, senza preavviso.
Si era fracassato una spalla in un incidente e dopo essere svenuto - bam - si sveglia e la spalla è a posto! Roba da film di fantascenza!
E non è tutto, mente era a terra con la spalla a pezzi arriva sto tipo e gli fa "Trova il lupo!".
Lupo, ma che lupo? Mah si fotta.
Comunque adesso la spalla è a posto e lui si trova in una casa fatiscente, col frigo vuoto, le pareti piene di muffa e divani abitati da tarme grosse come cani!
Adesso mentre addenta il panino preso al bar si chiede chi glielo fa fare di tornarci in quella casa.
Ah, già, la storia di suo padre.
Mentre esce una tipa gli blocca la strada e gli vomita adosso roba tipo "fantasmi", "presenze" o altre cazzate.
"Si, si ok, si fotta signora e grazie."
La supera ed esce.
Pensare che avesse ragione? sembra una cazzata? invece aveva ragione!
Che fosse un fantasma o altro non lo sa, ma la tizia ci aveva azzeccato; e adesso la presenza gli rompe e non lo fa dormire.
Così va a finire che si trova a fare una seduta spiritica con tizi con maschere e cose oscene e poi salta fuori che il fantassma è un suo conoscente morto in cella...
Brutta sera davvero per Toumas.
Questo però è avvenuto molto tempo fa.
A Toumas ricordare fa venire il mal di testa.
Fortuna adesso nel frigo ha la medicina.
Se ne versa un bicchiere bello pieno e lo butta giù.
Tanto tempo fa, adesso è diverso, adesso va peggio.
mercoledì 24 ottobre 2007
Hugh
Un attimo.
Veloce.
Fuggente.
Come l’istante in cui una foglia tocca il suolo.
Nulla lo può fermare.
Niente lo può arginare.
Ma in quel istante tutto cambia, finalmente è possibile capire qual è il proprio compito.
Hugh apre gli occhi e davanti a sé ha solo la realtà, la cruda verità.
Basta finzioni.
E ora sa che deve solo proteggere.
Difendere quel sottile filo che divide l’esistenza, divide il sogno dalla veglia, la ragione dalla follia, la realtà dalla verità.
Sottile, eppur resistente, filo in precario equilibrio.
E Hugh è oltre questo filo, è oltre la realtà.
Hugh è semplicemente oltre.
Ora sì che sa cos’è il realtà il mondo, sa cos’è la vita.
E la sua vita ora è nelle sue sole mani.
Hugh guarda la luna.
Pallida madre di ogni cosa.
La guarda, la ammira, le lancia il suo saluto.
“Addio madre luna, questo tuo figlio ora sa dov’è la vera realtà”
“E ora cosa fare?
Morire, dormire, nulla più.”
Mentre il cuore inizia a colpire più forte.
Tum Tum… … … …Tum Tum… … …Tum Tum… …Tum Tum…Tum Tum
Tum Tum…Tum Tum Tum Tum Tum Tum Tum Tum Tum Tum Tum Tum……..
Follia e ragione percorrono insieme la via verso la verità
Rabbia, feroce, travolgente, che scoppia all’interno
Un ululato nella notte.
“Impossibile?
Non del tutto.
Non per me...”
martedì 23 ottobre 2007
Denver
Solo pochi giorni fa Rey e Stephen non avevano idea di quanto la vita fosse strana.
La seduta spiritica a cui hanno assistito ha intaccato la loro idea di reale, fino a rendere possibile il mettersi in macchina e percorrere duemila miglia per cercare una donna vista una volta su una foto.
Già, la donna della foto.
Liliana.
Rey sa che la donna non è una persona normale, sa che molto probabilmente è una potente maga, e sa con tutta certezza che se è scappata da Boston c'è un motivo serio.
Stephen dal canto suo non sa nulla. Ha visto la donna su una foto, sa che ha avuto a che fare con le sedute, ma per il resto la storia gli è oscura.
"Hei Rey, cazzo! Occhio all'uscita per Des Moines!" grida Stephen.
"Lo so, lo so. L'ho vista!" sbuffa Rey, mentre sterza all'ultimo e prende l'uscita.
"Ma a che cavolo pensi?"
"No, niente." si scusa Rey.
Ma non è così.
Rey ha un pensiero fisso.
Il pensiero del palazzo crollato e il dubbio su chi possa averlo tirato giù.
Un intero palazzo, non una casetta, un palazzo di dieci piani e nessuno ha battuto ciglio, ne la TV, ne i giornali.
Rey ha un piano adesso: Liliana sa qualcosa, quindi è bene trovarla.
E Rey intende trovarla in fretta.
Rey - Cambio di rotta
Dal decidere quale salmo leggere o da che prete andare a confessarmi adesso mi trovo a dover scegliere se partecipare ad un festa pervert o a una seduta spiritica.
In realtà la scelta della festa è stata obbligata...
Comunque non è male. Gnocca ce n'è (anche se qualche volta nasconde delle "sorprese"), alcool, musica a palla e un sacco di gente. Dopo la morte del ragazzo nel fiume hanno vietato ogni tipo di festa... ma... aspetta un momento... quello è... è... Harry !? Che diavolo ci fa qui! Andiamo a chiederglielo.
"Ciao Harry. Che ci fai qui?"
"Salve ragazzi. Veramente sono io che dovrei farvi questa domanda. Pensavo che foste alla seduta spiritica"
"In effetti volevamo andare ma, non c'era posto per noi. C'è andato Jean."
"Strano. Ero convinto del contrario."
"Ok Stephen. Direi di andare a dare un'occhiata alla seduta. Incamminiamoci."
Ok! Dopo la festa pervert la seduta.
Posto strano hanno scelto. Il vecchio dormitorio che ormai è destinato a ripostiglio.
Ok dovremo entrare usando le scale antincendio visto che è al 2° piano e la porta d'ingresso è chiusa dall'interno.
Darò un'occhiata dalla toppa della serratura.
Vedo il "maestro", Jean e 3 tizi di spalle.
Ma... che cazzo succede. Il maestro parla con una voce assurda e dice cose incomprensibili.
Azz... si sono spente le candele. Non vedo più nulla...
Finalmente qualcuno ha deciso di riaccendere delle candele. E' Jean... perché è sbiancato? Cos'è quella faccia terrorizzata? Perché sta guardando così sconcertato i 3 tizi. Il "maestro" è sempre in piedi e mi sembra uguale a prima... boh...
Jean vuole scappare ma non riesce ad aprire la porta. Vediamo se riusciamo ad aiutarlo.
Merda!!!! Adesso che vedo i 3 tizi... sono senza volto!!!!!
Via più veloci che possiamo e trasciniamoci Jean che è svenuto.
Ma perché i 3 ci seguono... cosa vogliono... sembrano interessati solo a Jean.
Stephne che fai??? Se l'è fugata dalla finestra.
Da solo non posso tirar fuori Jean dalla finestra e portarlo giù per le scale... i 3 ci sono praticamente addosso... non posso far altro che lasciarlo qui...
Salto fuori dalla finestra e i 3 tizi, una volta preso Jean, tornano verso la stanza della seduta.
“Stephen non possiamo lasciarlo qui”
“OK chiamiamo la polizia e raccontiamogli cosa succede”
“Va bene vado a chiamare il 911 dalla cabina”
…
…
…
“Han detto che non hanno volanti a disposizione e che non possono mandare nessuno perché, alla fine, non è successo niente.
Dobbiamo cavarcela da soli”
“Se vogliono farlo fuori come l’altro ragazzo lo porteranno al fiume. Risaliamo e vediamo che fanno ora”
Siamo due folli però è la sola cosa da fare.
Hanno lasciato la stanza e si stanno dirigendo verso l’uscita.
I 3 tizi tengono Jean e il “maestro”, parlando ancora con quella voce metallica e in una lingua incomprensibile, sta facendo… non so cosa sta facendo perché ha messo le mani sulla testa di Jean?
E adesso cosa sta dicendo ai tipi? Come? Devono farlo fuori?!
Non possiamo lasciarli fare.
Quasi senza rendermene conto stiamo seguendo 3 tizi che vogliono uccidere un nostro amico. Gli stiamo seguendo armati di 2 mazze da baseball e con una caga della malora.
Un attimo… mi sembra che tutto sai durato solo un attimo. Ci sono 3 tizi a terra, io ho qualche livido ma la cosa più importante è che Jean sia salvo.
Lasciamo questo parco, il campus e andiamocene alla svelta.
“Sthepen vai alla reception e prendi una stanza per stanotte. Domani penseremo a cosa fare.”
Anche stanotte, mentre mi addormento mi rendo conto che la mia vita ha decisamente cambiato rotta e non so dove questo mi porterà.
sabato 20 ottobre 2007
Stephen - Enigmi
Ma questa volta era un po' diverso, Boston assomigliava più a un'enfatizzazione della sua immagine reale, tutto era portato all'estremo: le proporzioni, le misure, la velocità, l'oscurità.
E poi era abitata, non so da cosa ma era abitata, c'erano delle creature, forse degli spiriti...
Inizio a pensare che quello che ho letto su quel libro di spiritismo in biblioteca sia vero, forse ho veramente viaggiato nel mondo "Sotterraneo" e in quello reale contemporaneamente. Ma cosa mi ha risbattuto a calci in culo nella realtà, in mezzo a una strada di Boston invece che nel mio letto...Era qualcosa di grosso e incazzato tipo un buttafuori ma molto più grosso e molto più incazzato.
Forse la mia mente inizia a vacillare, è così assurdo che anche Rey sia con me nei sogni e che interagisca con me. Cazzo un sogno è un sogno, non lo puoi condividere in tempo reale.
E poi arriva Harry dal nulla e insinua altri dubbi nella mia mente. Chi è questo harry?!
Ora si è messa anche questa storia delle sedute spiritiche, e l'ossessione di Jean per queste e come se non bastesse proprio oggi Mark si è rotto il ginocchio agli allenamenti di football.
"Ehi datti una mossa Stephen."
"Sì scusa mi ero perso un attimo nei miei pensieri."
"Certo che è veramente un posto da sedute spiritiche."
"Secondo me non faranno altro che fumarsi un sacco di cannoni."
"Beh sarebbe stato comunque interessante."
"Sei un fattone Rey."
"No, no, il Maestro è un fattone."
"Beh dire, hai visto come era messo oggi pomeriggio! Speriamo che non succeda niente a Jean, è un pazzo a incontrarsi da solo con quei tizi dopo che settimana scorsa hanno trovato quel ragazzo, un affiliato del maestro, morto annegato nel fiume...mi vengono i brividi solo a pensarci."
"Già è un pazzo, io tornerei più tardi a vedere che succede."
"Va bene, ma ora muoviamoci o arriveremo tardi alla festa."
martedì 16 ottobre 2007
Harry - Boston University
La Black Death brucia ad un ritmo troppo lento per una sigaretta, ma questo ai due non interesssa.
A loro interessa il perchè della presenza di Harry.
Harry vede i due e vede il loro respiro appannare lo schermo dell'illusione.
Loro sono immersi nell'illusione fino al midolo.
Credono che la piscina sia reale, che il corridoio sia reale, che la vita sia reale.
"Quante cazzate" pensa Harry.
Harry non crede a nulla, Harry sa la verità.
E sa che Stephen sta pensando a lui, a lui e a Rey.
"Ma chi diavolo è questo tizio? Cosa ci fà qua?
Ecco l'ennesimo mistero, da quando ho conosciuto Rey non ho incontrato altro che misteri: la morte del ragazzo, lo strano problema con la lettura, l'incapacità di discernere tra la realtà e il sogno...i sogni.
Rey mi nasconde qualcosa, è palese e questo tizio deve centrare in qualche maniera con i suoi traffici, tutti e due non parlano del proprio passato, del loro ruolo nella società, sviano sempre le domande e parlano sempre di "cammino".
E poi come cavolo fa Harry a conoscere il mio nome?
Rey dice di non avegli mai parlato di me eppure lo sa.
C'è sotto qualcosa."
Harry lascia i due senza dare spiegazioni della sua presenza.
Rey e Stephen si osservano per un attimo stupiti.
Poi nel corridoio appare Jean.
"Avete visto un tizio passare di qui?" chiede.
Ancora una volta, il passaggio di Harry lascia nuove domande.
lunedì 15 ottobre 2007
Boston University
Stephen si sveglia, Rey si sveglia.
Stephen fa colazione, Rey fa colazione.
Stephen segue la lezione, Rey segue Stephen.
Non per particolare affinità o amicizia, solo è la sua missione, e Rey si impegna a svolgerla.
Forse in questi giorni si è chiesto anche lui il perchè del sogno, forse si è dato una risposta "saggia" e "logica"; forse no, ci ha pensato e ha detto "magia".
In fondo Rey ci crede.
E Stephen? Lui in cosa crede?
Crede che la sua vita sia lineare.
Non sa quanto si sbaglia!
Oggi Rey e Stefhen hanno una festa in piscina.
Marc ha insistito, loro hanno accettato.
La confusione però non fa per Stephen, così in breve è in un corridoio semideserto a cercare un pò di pace, Rey è con lui; la missione lo impone.
Harry sa che Jean è in piscina oggi.
Harry sa quasi tutto.
Jean non sa che Harry è li, nessuno può sapere dove sia Harry, a meno che sia lui a volerlo.
Nel sorridoio semideserto i due parlano delle solite cose.
Stephen vede l'uomo con la Black Death accesa in fondo al corridoio, ma non ci fa particolarmente caso.
Rey, invece, vede Harry e per un attimo torna a New Home.
Stephen pensa che la sua vita sia lineare.
Non sa quanto si sbaglia.
venerdì 12 ottobre 2007
Toumas
“Potrei farci qualche soldo con quel vecchio catorcio, sicuro non ha neppure l’allarme.” Pensa, mentre osserva il figuro allontanarsi nella pioggia.
In breve tempo le mani sapienti di Toumas stanno già armeggiando con i fili dell’accensione.
“E dai parti” impreca a bassa voce, mentre con un occhio tiene d’occhio la strada.
“A fottiti.” chiude lo sportello con un calcio.
“Niente soldi, sicuro era rotta!”
Dopo due passi Ha già dimenticato la fallimentare impresa.
Toumas è così, non ha più rimpianti.
Per nessun motivo si permetterebbe di averne.
Butta il cappotto su una sedia, nell’atrio della vecchia casa.
“Sam! Dove cazzo sei?” urla, mentre prende una birra dal frigo.
Nessuna risposta.
Girovaga per le stanze, ormai svuotate dal banco dei pegni, cercando suo fratello.
Lo trova sdraiato sul divano, con gli occhi sbarrati e un sottile sorriso sulla faccia.
Sul tavolino di fronte a lui la siringa fa bella mostra di se.
“Porca troia, ancora che ti spari quella merda?”
“Dio – pensa Toumas – almeno la facessi finita una volta per tutte.”
Mentre si sdraia sul letto sente i rumori di suo fratello che torna alla vita.
“Tom ce li hai dieci dollari?” rantola una voce da fuori la porta.
“No Sammy, finiti tutti.” risponde Toumas con un sospiro.
Suo fratello non risponde.
Una frase a sera, è questa la prassi, la seconda gli costerebbe troppo sforzo.
La porta di casa si apre e si chiude subito dopo.
Toumas si gira nel letto e mentre si addormenta ripensa alla prigione.
Stephen - Sogni
Ecco quello scarafaggio era parte di una teca del genere e solo Dio sa quanto era Morto, Morto con la M maiuscola.
Credo che fu in quel momento che la mia mente cedette e il sogno si trasformo in follia: corsi fuori in strada seguito a ruota da Rey e iniziai a correre senza una meta, vidi un supermercato e ci entrai, iniziai ha rubare e sfasciare, mi imbrattai anche di vernice il braccio. Continuai per un po' fino a quando, mentre io Rey stavamo per andarcene, vidi di nuovo qualcosa di incredibile e abominevole:
reparto pescheria, banco del pesce fresco, i pesci, i pesci si muovevano come vivi, alcuni non avevano nemmeno la testa eppure si muovevano come fossero stati appena pescati. Non resistetti, la nausea mi assalì, vomitai e presi a fuggire prendendo una bicicletta.
La pazzia prese la mia mente, pensai l'indicibile:
"Se animali e insetti morti riprendono vita sarà così anche per gli uomini".
Iniziai a pedalare il più velocemente possibile verso il cimitero, Rey mi inseguiva capì le mie intenzioni e provò a bloccarmi: mi fece cadere dalla bicicletta e mi disse che era una follia, che al cimitero avremmo solo incontrato la nostra fine. Io gli dissi che era un sogno, e mentre discutevamo irruppe sulla scena una creatura grottesca, doveva essere un cane ma la povera bestiola era stata schiacciata da un auto, eppure si muoveva, fu l'ennesimo colpo che incrinò in modo definitivo la mia sanità mentale.
Insistetti per andare avanti nonostante tutto e alla fine costrinsi Rey a seguirmi. Quando arrivammo al cimitero trovammo il cancello chiuso, scavalcammo ma non vidi nessuno, cercai una camera mortuaria ma erano tutte chiuse. D'un tratto un'idea delirante mi attraverso la mente: l'ospedale, la avrei trovato l'obitorio e ciò che cercavo...
Inizia a correre a perdifiato verso l'ospedale, vi arrivai dopo alcuni chilometri, completamente senza fiato e con le gambe indolenzite.
Giungemmo infine alla porta dell'obitorio. Una porta strana, blindata, con la maniglia solo sul lato esterno. Con molto coraggio e altrettanta follia mi spinsi sulla soglia e chiesi a Rey di tenere aperta la porta.
Entrai, feci alcuni passi e accesi la luce: la sala era vuota, ora avrei guardato all'interno delle celle frigorifere.
Mi mossi in direzione di quest'ultime ma quando arrivai al centro della stanza la luce si spense e la porta si chiuse, mi sentii precipitare nel vuoto...un'istante dopo riaprii gli occhi, ero sul mio letto, sudato fradicio, gli occhi sbarrati, il cuore che batteva all'impazzata. Era solo un sogno pensai...
Poi guardai il braccio: era sporco di vernice.
Dean
E’ una pioggia pesante che si riversa tra le pieghe dell’abito scuro di Dean, l’acqua scorre lungo il suo corpo quasi indifferente avvolgendolo nella sua fredda stretta riversandosi sulle mani, sporche di olio di qualche motore aggiustato di recente, per poi gocciolare a terra.
Dean raggiunge la sua auto in un parcheggio desolato e silenzioso nella notte.
Gli occhi di due tonalità diverse come quelli di un cane selvaggio delle nevi, brillano sotto la luce fievole di un lampione.
Una voce confusa riecheggia nella sua mente in una lingua impossibile, ma non importa, ormai non ci fa più caso, come se fosse parte di lui.
Entra in auto.
Gira le chiavi.
Non parte, riprova.
Niente.
"Ancora, cazzo!" impreca in un sussurro.
"Sarà ora di buttarla" pensa.
Non ha voglia di aggiustare il problema.
No, non stanotte.
Torna a casa a piedi, chissà chi erano quei tizi che la sera prima aveva ritrovato sulla soglia di casa, erano particolari, come se li conoscesse da sempre...
...non importa...
La notte è interminabile, a Denver non c'è anima viva per chiedere un fottuto passaggio.
Finalmente arriva a casa.
Fradicio.
Stanco.
Infreddolito.
...non importa...
Domani sarà un altro giorno, forse un giorno diverso.
Scritto da Manthys
giovedì 11 ottobre 2007
Crocevia
"Un tempo mi avrebbe leccato i piedi, adesso nessuno si ricorda neppure chi sono." pensa.
La bistecca non è male, anche se non serve a granchè.
Davanti a Harry, l'altro lo fissa compiaciuto.
"Sembra buona dice" con il suo modo di fare distaccato.
"Si, non è male" risponde lui.
"Perchè diavolo gli rispondo? Sa quello che penso..."
"La conversazione è un fatto di gentilezza - ribatte l'altro - non parliamo mai perchè davvero ci importa quello che gli altri dicono, la facciamo per farli sentire importanti."
"Credo tu abbia ragione" risponde mentre mastica un altro boccone.
Così simili tra loro e così diversi. Due uomini uno di fronte all'altro. Due nemici.
"Così te ne vai a Boston?" chiede l'altro mentre si accende una Black Death.
"Si. Me ne offri una?"chiede Harry mentre escono dal locale.
"Cerchi qualcuno?" chiede l'altro
"Forse."
Restano un pò a contemlare la strada, le macchine scorrono a destra e sinistra dell'incorcio, ognuna seguendo il suo destino.
"Ci vedremo là?" chiede l'altro
"Lo sai."
"Bhe, buon viaggio."
"Grazie" risponde Harry.
Lascia cadere la sigaretta a terra, poi va oltre.
Jack
Apre di colpo gli occhi, spegne la sveglia.
Ancora scosso si passa una mano sul volto sudato, e guarda che ora è, le 6.45.
Sospira, fissa il soffitto e ripensa a quel sogno che ormai lo viene a trovare tutte le notti...una strada...
due persone in una grossa macchina nera...
nell'altra corsia un furgone sbanda e si dirige direttamente sullamacchina nera...
nessun tempo di reazione
nessuna speranza
solo un immenso boato che si espande nell'aria.....poi più niente.
Quando finirà??? quando tutta questa storia potrà essere dimenticata? forse mai!
Guarda le pareti vuote della piccola stanza, spoglia di ogni minima comodità alla quale era abituato; la scelta è stata sua, solo sua, dal tutto al niente proprio come loro, proprio in un istante, solo che loro non hanno potuto scegliere, lui si.
Lui ha scelto...Si alza...fa qualche passo incerto... appoggia la mano alla parete per sorreggersi, sbadiglia, sente che le sue dita toccano un poster appeso.
Lo guarda.
Una fievole luce filtrando dalle persiane chiuse dell'unica finestra della stanza illumina il foglio di carta... il giovane sorride, e nella sua mente pensa "un giorno sarai mia!"
L'immagine di una grossa moto si "riflette" nei suoi occhi.
Fa ancora qualche passo e urta un grosso zaino appoggiato sul pavimento, uno di quegli zaini fatti apposta per una gita in montagna... un grosso zaino pieno di roba... pronto, forse già da qualche giorno, per essere usato, e poi dimenticato li... sa che oggi dovrà usarlo.
Allunga la mano... fa ruotare il pomello della maniglia... apre la porta....
click
la luce si accende, entra nel bagno e chiude la porta.
Scritto da Jey86
martedì 9 ottobre 2007
Sogni
Mentre si alza dal letto nella stanza oscura un freddo gli pervade le ossa. I letti dei suoi compagni di stanza sono vuoti.
Non vede ne Marc ne Jean, il nuovo, quello che lui crede essere un po troppo finocchio, per stargli vicino. Strano Marc non la pensi così.
Solo Rey è nel suo letto e mentre Stephen si alza lo fa anche lui, come se stesse attendendo solo quello.
Nel palazzo del dormitorio non c'è nessuno, i due ne sono sicuri. Hanno aperto diverse camere con le chiavi del guardiano e in nessuna hanno trovato gente che dorme.
Sono soli, nell'immenso palazzo avvolto dalla notte.
E' come se tutta Boston di colpo si fosse svuotata, come se non ci fosse rimasto nessuno.
Non è possibile, pensano entrambi, non siamo mica in un film!
Questo deve essere un sogno, ne sono certi.
Non bisognerebbe temere la solitudine.
In fondo, pensandoci, nel proprio cuore ognuno è solo.
Mentre frugano nelle stanze del dipartimento di polizia si accorgono di uno strano rumore ticchettante che viene da una parete. Il fascio della luce colpisce una piccola teca da muro.
Mentre le mani di Rey prendono la teca, gli occhi cercano cosa può essere a generare quel rumore.
Il rumore della teca che cade a terra è un tuono nel silenzio di una città vuota.
Mentre osservano con orrore la figura che si muove emergendo dalla teca in pezzi, la loro mente non ha il coraggio di chiedersi come mai quello sacarabeo che zampetta nel buio ha uno spillone infilato nella schiena.
lunedì 8 ottobre 2007
Incontro
Rey in fondo all'aula, invece, se ne infischia di quello che il docente dice, lui è li per un'altro motivo incontrare Stephen.
I suoi mentori lo hanno mandato li dicendogli che seguire il ragazzo sarebbe stata la sua prima missione, e lui da buon novizio ha accettato senza discutere.
Non ha chiesto come facessero a sapere delle potenzialità del ragazzo, ne come mai proprio lui dovesse seguirlo, lui, uno che non padroneggia per nulla i misteri.
Mentre Stephen esce dall'aula Rey lo affianca e con una scusa banale, del tipo "sono nuovo e sfigato" si mette a parlare con lui.
Rey sa che sono in camera assieme, Stephen forse no, e forse non gliene fregherebbe neppure.
Lui è uno che sta da solo, la gente non ha nulla da dirgli.
Stephen e Rey si incontrano così, uno studiato incontro banale.
La loro amicizia inizia un freddo giorno di Settembre, in un aula della Boston University
domenica 7 ottobre 2007
Stephen
Un ragazzo lo ascolta un po'annoiato: non è arrivato fin qui all'università di Boston per sentirsi dire cose che già sapeva.
Il ragazzo segue tutta la lezione, rimane attento tutto il tempo alle parole dell'insegnante nonostante siano argomenti che già conosce: è li per imparare.
Gli piace lo studio, la conoscenza, vuole coltivare il suo intelletto, per questo alla fine della lezione si alza e si avvia verso l'uscita dell'aula, ma un ragazzo lo ferma dicendogli:
"Ciao Stephen, come va?
"Bene, grazie."
"Oh ma oggi quanto ha rotto il cazzo il vecchio con 'sta storia del motore immobile!"
"Beh non ci si poteva aspettare altro da lui, è un insegnante."
"Ehi Steph ti andrebbe di fare due tiri a football giù al campo, oggi pomeriggio?"
"No grazie, ho da fare."
"E che cazzo devi fare? Sei sempre chiuso in camera a studiare!"
"Devo studiare."
"Ecco appunto."
"Sai com'è, credo che la preparazione migliore per l'esame della prossima settimana sia quella di studiare: tu invece pensi di placcare il vecchio per prenderti un 30? ..."
"Ok, ok ho capito, non c'è bisogno di menarla. Ci vediamo in giro. Ciao."
"Buona preparazione all'esame!"
giovedì 4 ottobre 2007
Harry
Dopo anni passati a chiedere favori, finalmente sono libero.
Come si chiamavano quei due uomini?
... forse uno Jackie? L'altro Rey?
Chissà che fine possono avere fatto.
Tornare libero è come tornare alla vita, niente più porte da non poter superare, niente più orologi a scandire il tempo che ti manca.
Niente per Harry adesso è un limite.
Il tempo? "Tempo" questa parola mi ricoda qualcosa, ma cosa?
Mentre esce dalla casa, Harry, sa che ora può fare quello che vuole.
Sa che ora è padrone della sua esistenza.
Supera la soglia senza neppure aprire la porta, per lui le barriere non esistono.
"Così questo è il mondo."
Ora può sentire la gente parlare, anche mentre lo fa nella mente.
Può riconoscere odori di luoghi in cui non è mai stato, rivivere emozioni che non ha mai provato.
Osserva tutta l'illusione che ha attorno con i suoi occhi chiari.
Harry adesso vede la realtà.
Harry adesso è sveglio.
mercoledì 3 ottobre 2007
Slash
Non gli era mai passata per la mente il pensiero "ultima volta" prima d'ora, ma adesso dopo che quel tizio gli ha sfasciato un paio di volte il locale, sente che è un pensiero a cui non può sfuggire.
La mano fa ruotare la maniglia del vecchio portone di legno, il cigolare dei cardini è come un sospiro di un vecchio morente.
"Forse stai davvero morendo, vecchio mio" pensa Slash mentre si volta e va verso la macchina.
Quando volta l'angolo rimane un attimo stupito nel vedere la figura scura, appoggiata alla sua vecchia Rover.
"Che cazzo vuoi?" chiede burbero.
"Cerco Brian." la voce dello straniero è un sussurro.
"Non so dove sia, se ne è andato!"
La distanza che separa i due adesso si è assottigliata e Slash sente il tanfo dell'uomo.
Un odore di terra e sterco.
"Lo stesso odore di un cane morto - pensa Slash - questo tizio deve proprio essere messo male."
"Dove lo trovo?"
"Che vuoi che ne sappia? Vivi in pace fratello!"
Slash non è uno che si impressiona per un tizio che sa di cadavere, vive in un porto, e ha pure il peggiore bar di New Home, è uno duro.
Lo scuro cammina lentamente mentra fa il giro della vettura e va verso Slash.
Slash sa che il porto è pericoloso e tiene sempre una mazza da baseball sul sedile del passeggero.
Questo è il momento di usarla.
"Vai a rotolarti nella merda!" grida Slash impugnando la mazza, ma il tizio non si ferma.
"Dove?" chiede.
"Senti, non mi fai paura, se non vuoi trovarti con un paio di ossa rotte ti conviene andare fuori dal cazzo!"
Slash non scherza, mai.
Ora lo scuro gli è a un metro.
"Ah fanculo" pensa Slash e colpisce, colpisce dritto alla gamba sinistra.
La mazza colpisce il duro delle ossa e Slash sente il rumore di qualcosa che si rompe.
Lo scuro si piega sulla gamba colpita, tutto da copione, solo che poi dovrebbe anche cadere, e questo non lo fa.
"Dove?" chiede.
"Cazzo" e giù un altro colpo, stavolta alla testa
La mazza viene fermata da un braccio troppo forte per essere quello di uno che puzza di cane morto.
Poi dal soprabito dello scuro esce un artiglio, come l'artiglio di un ragno e perfora la spalla di Slash.
"Dove?"
Slash vivrà anche in un porto, e avrà anche il peggiore Bar di New Home, ma questo non lo aveva mai visto.
Sa che oggi è un brutto giorno, perchè è il momento di un'altra novità per lui: dire la verità.
"In America... Montage Rocciose..." biscica, mentre il sangue gli cola dalla spalla ferita.
Lo scuro ritira l'atriglio, Slash cade a terra.
"Grazie" dice lo scuro e sparice nella notte.
martedì 2 ottobre 2007
Orizzonti
Rey e Brian stanno osservando il tramonto dal parapetto della grossa nave da crociera che li porta lontano da casa, lontano dalla loro Inghilterra.
Troppi ricordi sono rimansti tra le nebbie di New Home, troppe persone che non hanno salutato.
Da quando quella maledetta cassa ha fatto irruzione nella loro vita nulla era più stato normale, nulla aveva più avuto lo stesso suono, nulla lo stesso sapore.
Anche adesso, mentre ognuno sorseggia da solo il suo caffè, sentono l'eco del colpo di pistola che ha infranto la loro unione, l'eco del colpo che Jakie si è sparato alla testa.
Mentre Brian si accende un'altra sigaretta, Rey ripensa all'amico Jacob, lasciato indietro, chissà dove, nella casa alla fine del mondo.
Non sanno ancora che presto si ritroveranno, in una notte piovosa, in un'altra città.
Ciascuno avrà nuovi amici al fianco e nuovi nemici alle spalle.
Anche se, forse, non sapranno mai cosa li ha davvero chiamati così lontano da casa, quella notte scopriranno che le loro vite sono destinate ad andare oltre quelle degli uomini comuni, verso un orizzonte che sa di immortalità.
lunedì 1 ottobre 2007
Magia
Non sto parlando di estrarre conigli da un cilindro, ma di passare attraverso i muri, scagliare fulmini dalle proprie dita, parlare con i morti, fermare proiettili.
Tu non credi sia possibile ma le cose stanno davvero così, la realtà è diversa da quello che sembra.
Se continuerai a strisciare cieco nella menzogna non potrai mai abbracciare la verità dietro il velo: dovrai lasciarti alle spalle il passato per iniziare una nuova vita.
I miei maestri dicono che in molti si avvicinano al Risveglio ma pochi vi giungono:
smettila di opporti o la tua mente si frantumerà, siediti accanto a Noi e spalanca gli occhi di fronte allo splendore dell' Arazzo, la realtà, ciò che puoi tessere con la tua volontà.
Sei pronto per tutto questo?
Stephen
Luoghi dove raccontare
In questo blog troverete le recensioni delle nostre sessioni di gioco, le idee che passsano nella mente dei nostri personaggi e i retroscena delle nostre avventure.
Speriamo di trasmettervi la nostra passione per questi giochi e chissà che un giorno anche voi attorno al nostro fuoco non troviate il coraggio di prendere la parola e raccontarci la "vostra storia".